Per protestare contro il preventivato "taglio di 50.000 cattedre alle elementari e di altri 30.000 posti alle medie fra tre anni, oltre che di almeno 20.000 cattedre alle scuole superiori", Unicobas l’AltrascuolA ha proclamato uno sciopero per lunedì 1° marzo. Il corteo partirà, alle ore 10.30, proprio dalla sede del Ministero dell’Istruzione.
Dalla nota diffusa da Unicobas si legge: "E’ oltretutto indegno accettare l’introduzione del tutor (che elimina la collegialità e riduce gli altri docenti a mere e dequalificate figure di contorno) solo perché il Ministro promette di rimettere alla contrattazione l’inaccettabile differenziazione stipendiale che ne consegue. Inoltre stanno dicendo sì alla trasformazione della scuola dell’infanzia in asilo-nido, alla riduzione dei professionali a dependance regionalizzate del mondo dell’impresa con la relativa consegna degli studenti agli appetiti di Confindustria, vero co-gestore della futura scuola morattiana sin dalle nuove medie uso avviamento".
Alla sciopero che si terrà a Roma ha aderito, tra gli altri, l’Associazione docenti precari di Milano e provincia, che tra le proprie rivendicazione mette in primo piano un giusto riequilibrio dei punteggi nelle graduatorie permanenti e protesta contro la riforma Moratti che "diminuisce le ore di italiano, inglese e di educazione tecnica e porta alla definitiva scomparsa dell’insegnamento di strumento musicale nelle scuole medie". L’Associazione intende anche "manifestare contro la nuova organizzazione delle scuole elementari e medie che spazza via il tempo prolungato e il tempo pieno".
Un paio di giorni prima, il 28 febbraio, si tiene a Roma la manifestazione nazionale indetta da Cgil, Cisl e Uil Scuola, che ribadiscono "il giudizio negativo sulle politiche scolastiche e formative del governo con particolare riferimento al primo decreto attuativo della legge 53/2003, recentemente approvato dal Consiglio dei ministri".
L’azione sindacale si pone l’obiettivo di valorizzare la Scuola pubblica, tutelare tempo scuola e qualità dell’istruzione, difendere il carattere nazionale dell’istruzione, contrastando la devolution alle Regioni della legislazione in materia di scuola per sostenere un federalismo solidale.
In testa al corteo, che sfilerà da Piazza della Repubblica (ore 14.30) a Piazza del Popolo, ci saranno anche i rappresentanti del Comitp (Comitato insegnanti tecnico-pratici precari) della scuola secondaria superiore, che protestano per la "esclusione di Itp ed insegnanti precari dalla partecipazione alla nuova e prossima abilitazione all’insegnamento" (per gli insegnanti tecnico-pratici il raduno a Piazza della Repubblica è fissato alle ore 13.00).
Presenti anche i rappresentanti dell’Associazione nazionale C.I.P. che contesta "nel metodo e nel merito la riforma Moratti", lamentando, peraltro, l’assenza delle risorse necessarie alla sua attuazione. I Comitati degli insegnanti precari sottolineano "l’assenza di chiarezza del testo legislativo circa: i criteri per l’anticipo flessibile, le competenze dei tutor, le attività laboratoriali, il sostegno agli allievi diversamente abili, il portfolio, la definizione dei tempi e delle modalità di scelta spettanti alle famiglie".
Annunciano la propria adesione ufficiale alla mobilitazione promossa dai sindacati confederali, che ha per slogan "Una scuola migliore è possibile", i gruppi parlamentari dell’opposizione della Commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati. Rispondendo all’accusa rivolta alle opposizioni di strumentalizzare la protesta, Alba Sasso, componente Ds nella suddetta Commissione, dichiara: "Le famiglie che si oppongono al primo decreto attuativo della legge Moratti lo fanno per difendere il futuro dei loro figli, profondamente minacciato dalle leggi di questo governo", aggiungendo che "gli enti locali, in questa fase, non fanno altro che difendere la loro funzione e l’autonomia del sistema scolastico".
Peraltro, le forze politiche dell’opposizione sono compatte nel criticare l’azione del governo in tema di istruzione: "Saremo presenti in piazza, a Roma, per rimarcare la nostra opposizione alle politiche del governo sulla scuola, sull’Università, sulla ricerca e, in particolare, la nostra opposizione al primo decreto Moratti sulla scuola dell’infanzia e sul primo ciclo dell’istruzione. Saremo con i genitori, gli insegnati, gli studenti, per ribadire la nostra volontà di costruire un modello diverso di scuola: una scuola pubblica di qualità che garantisca uguaglianza di opportunità a tutte e a tutti".
Aderisce alla manifestazione del 28 febbraio anche lo stesso Unicobas, per motivi di "unità al di là delle sigle" pur mantenendo una posizione critica verso Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda.
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