La scuola torna in piazza nella giornata del 26 giugno, su iniziativa dei sindacati confederali, cui anche quelli di comparto si aggregano.
Il Segretario di Uil scuola Pino Turi sul tema dichiara: “Servono decisioni strategiche, non posizioni elettorali di consenso breve. Lavoro stabile, sicurezza, riconoscimento delle professionalità, organici adeguati, investimenti e non vincoli e divieti, qualità e continuità dell’istruzione: sono i temi della scuola nelle piazze di domani”.
E sul precariato una considerazione dura: “Il precariato va estirpato come il cancro che entra nel corpo sano della scuola“.
“Il tema della stabilità del lavoro e quello della sicurezza appartengono alla scuola come mai accaduto prima: un insegnante su quattro è precario e la pandemia ha mostrato tutti i limiti di una programmazione ragionieristica del nostro sistema di istruzione”.
E continua: “Tra pochi giorni ci sarà un licenziamento di massa, come ogni anno, diranno alcuni. È una situazione al limite, alla quale non vogliamo più essere abituati. Il lavoro va tutto rispettato anche quello intellettuale, specie quando è in atto un’assurda sostituzione di personale.
Sembra di essere nel settore della logistica dove si licenziano alcuni per assumerne altri, per aumentare i profitti. Un sistema sbagliato e ingiusto che, per motivi politici, si sta tentando di usare nella scuola”.
Infine, come rivendicato anche da Francesco Sinopoli, i sindacati scuola sono compatti nel dire che il decreto Sostegni bis va in una direzione diversa da quanto previsto nel Patto per la scuola.
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