Si tratta della prima protesta organizzata del nuovo anno scolastico, che ha visto una mobilitazione coordinata in tutte le grandi città italiane.
Nelle manifestazioni studentesche di oggi 5 novembre 2012 si sono verificati numerosi atti di violenza in molte città capoluogo di provincia da nord a sud del Paese, in altre parole si è dato libero sfogo a un malessere sociale che covava sotto la cenere da diversi mesi. La mobilitazione è stata indetta contro le politiche di austerità del governo Monti. Da Catanzaro a Torino.
Passando per Modena, Bologna e Napoli. “Dopo anni di tagli non c’è alcuna intenzione di tornare a investire nella scuola pubblica”, dicono gli studenti. Che assicurano: “Questa è solo la prima di una serie di mobilitazioni”. La cronaca di questi fatti è assimilabile a un bollettino di guerra: scontri a Milano e Roma, nella capitale un fermato tra gli studenti, a Torino stessi episodi, infatti, dopo il lancio di uova, vernice, bottiglie e bastoni all’indirizzo delle forze dell’ordine, c’è stata la reazione decisa degli agenti di pubblica sicurezza che hanno risposto con alcune cariche; risultato finale fermati 15 manifestanti per essere identificati. A Bologna azione di protesta al consolato greco,. poi petardi e vernice contro la sede di Unicredit. A Pisa gli studenti si sono recati davanti al Comune, dove si sarebbero registrati momenti di tensione con le forze dell’ordine. In Campania fitto lancio di uova davanti alla Provincia di Napoli. A Massa, subito dopo il corteo, i ragazzi hanno occupato uno stabile. Mentre a Palermo gli studenti hanno bruciato le tessere elettorali e hanno esposto uno striscione: “Nessuna fiducia nella casta”. Se il buon giorno si vede dal mattino, si preannuncia per il mondo della scuola una stagione autunnale a dir poco rovente.
Apprendiamo, con rammarico, che oltre il logico disagio provocato dalle manifestazioni di piazza, al traffico e alla circolazione urbana, si registrano anche tensioni e cariche della polizia contro i giovani manifestanti.
Anche tra le forze dell’ordine si contano quattro poliziotti feriti. Mettendo da parte il dato di cronaca che purtroppo è sfociato nella violenza, rimane centrale il fatto che su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud del Paese, si verifica un’onda di protesta che scende nelle piazze per manifestare il proprio disappunto contro le politiche di rigore adottate dal governo Monti e sostenute da una grande maggioranza parlamentare. Gli studenti protestano contro i tagli che stanno strangolando il sistema scolastico e quello universitario, protestano contro il tentativo di privatizzare, con la proposta di Legge 953, la scuola pubblica, in modo da renderla gerarchica e in mano all’imprenditore di turno. Anche a Palermo la contestazione si è fatta sentire chiara e forte, anche con un atto dimostrativo che ha visto gli studenti applaudire al falò di numerose tessere elettorali, in segno di sfiducia contro la casta dei politici. Speriamo solamente che le proteste si svolgano sempre civilmente e senza cariche della polizia, ma non possiamo non segnalare una crescente protesta e una distanza siderale tra il sentimento degli studenti e l’azione politica, che potrebbe portare ad una degenerazione della protesta civile.
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