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Manifesto di Ventotene: è documento istituzionale e non di parte, sta persino nel sito del Senato e quindi va studiato nelle lezioni di educazione civica

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Il Manifesto di Ventotene è un documento di parte o riveste in qualche modo un carattere istituzionale?
Secondo la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si tratta certamente di un documento di parte, ideato e scritto da intellettuali socialisti e comunisti che parlavano di abolizione della proprietà di privata e di dittatura del partito rivoluzionario.
In questi giorni storici e studiosi sono intervenuti per chiarire il significato di alcuni passaggi del documento e quindi non ci soffermiamo su questo.
Ci siamo però messi dal punto di vista di un insegnante che voglia parlare del Manifesto ai propri ragazzi e, molto semplicemente, abbiamo cercato di rintracciare in rete qualche fonte utile da cui partire.
Come prima cosa abbiamo cercato il testo del Manifesto e lo abbiamo trovato in molti siti.
Ovviamente lo abbiamo trovato subito in diversi siti regionali o locali dell’ANPI o movimenti e partiti e quindi ne abbiamo dedotto che il Manifesto sia un testo “di parte”, cioè un documento che osserva l’Europa da un preciso punto di vista. E allora sembra che abbia ragione la presidente Meloni dire che si tratta di un documento di parte.
Ma proseguendo nella ricerca lo abbiamo trovato anche in due siti istituzionali e precisamente in quello del Senato della Repubblica e addirittura in quello della Agenzia per la coesione territoriale.
In quest’ultimo caso vale la pena spendere due parole in più: l’Agenzia pubblicò il documento il 31 agosto 2021 in occasione dell’80° anniversario della sua redazione.
Nel frattempo l’Agenzia, che dipendeva dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stata soppressa ma la pagina con il Manifesto è ancora ben visibile.
Ed è forse il caso di ricordare che in quel momento il presidente del Consiglio era Mario Draghi che era coadiuvato non da pericolosi ministri socialisti o comunisti ma da tranquilli politici di centro-destra come Renato Brunetta (Pubblica Amministrazione), Mariastella Gelmini (Affari Regionali), Mara Carfagna (Sud e Coesione territoriale), Erika Stefani (Disabilità). Allo sviluppo economico c’era addirittura il leghista Giancarlo Giorgetti.
A questo punto, per coerenza, la presidente Meloni dovrebbe far cancellare il Manifesto di Ventotene dai siti istituzionali oppure dovrebbe fare ammenda e ammettere che il Manifesto è un documento con valore istituzionale perché anche su di esso si fonda l’idea di Europa.
Che poi a lei questa idea non piaccia è assolutamente legittimo, anche se diventa difficile capire come si possa governare un Paese senza riconoscersi nei documenti che ne hanno fatto la storia.

Reginaldo Palermo

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