Nella legge di bilancio per il 2024 sono stati stanziati 7 miliardi per i contratti pubblici, 5 per tutta la Pubblica Amministrazione e 2 per la Sanità. Questi soldi serviranno anche a finanziare aumenti contrattuali per i docenti e il personale scolastico già a dicembre.
Come scrive IlSole24Ore, per i primi effetti in busta paga non bisognerà attendere gli accordi all’Aran. Perché complici proprio i margini di bilancio tutt’altro che generosi per l’anno prossimo, l’esigenza di scaricare spesa dal 2024 ha prodotto il meccanismo del decreto “anticipi” approvato lunedì insieme all’indice della legge di bilancio, che sposta sulla fine di quest’anno due miliardi di euro destinati agli statali.
Si tratta, appunto, di un anticipo rispetto al rinnovo contrattuale, che arriverà sui cedolini di dicembre come annunciato dalla premier Giorgia Meloni nella conferenza stampa di lunedì dopo il consiglio dei ministri. In busta paga, l’effetto del meccanismo disegnato dal decreto è tutt’altro che trascurabile. L’anticipo si calcola come multiplo dell’indennità di vacanza contrattuale, la voce obbligatoria che viene assicurata nei periodi in cui il contratto è scaduto, come avevamo, d’altronde, già anticipato.
E cambia in base alla qualifica, crescendo in valore assoluto quando si salgono gli scalini della gerarchia come sempre accade nei rinnovi contrattuali. Il sistema, però, è uguale per tutti, e offre una tantum una cifra pari a 6,7 volte l’indennità di vacanza contrattuale prevista per ogni inquadramento.
Nella scuola, che con i suoi oltre 1,2 milioni di dipendenti è di gran lunga il comparto più popoloso della Pa, le cifre dipendono dall’anzianità oltre che dal ruolo. Un professore delle superiori riceverà 829,2 euro se è in cattedra da meno di otto anni, mentre ne avrà 1.228,1 se la sua prima lezione si è tenuta fra 28 e 34 anni fa.
Analoga, anche se con valori inferiori, la dinamica alle medie inferiori (le secondarie di primo grado, dove si va da 829,2 a 1.168 euro) e alle scuole dell’infanzia e primarie (da 765,6 a 1.056,2).
“Prosegue l’azione della Lega per restituire autorevolezza e prestigio alla scuola italiana e ai suoi lavoratori. Abbiamo voluto, in legge di bilancio, che fossero stanziati 5 miliardi per il comparto, di cui una parte importante servirà a rinnovare il contratto dei lavoratori della scuola. Circa 100 euro in più al mese per lo stipendio. Un piccolo grande aiuto in tempi di ristrettezze economiche. La Lega aveva e ha una priorità: quella di mettere al centro dell’agenda politica la scuola. Lo stiamo dimostrando con i fatti”. Così il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza e Istruzione.
I 5 miliardi stanziati dal Governo per i contratti pubblici (7 se si contano Anche quelli per la Sanità) sono del tutto insufficienti: lo dichiara Serena Sorrentino, segretaria generale di Cgil-Funzione pubblica, come abbiamo scritto.
“Leggiamo entusiastici annunci sulle cifre che sarebbero messe a bilancio sul rinnovo del CCNL 22/24” afferma Sorrentino che subito aggiunge: “Peccato che le formulazioni bizantine non chiariscano alcuni punti essenziali. Primo: che succede all’emolumento accessorio della retribuzione erogato nel 2023? Se il governo non stabilizza quelle cifre ai lavoratori stiamo togliendo qualcosa dalle buste paga”.
“E poi – insiste la segretaria generale – quanto vale il CCNL del settore pubblico? Sentiamo parlare di 3 miliardi per il settore dello Stato (funzioni centrali, sicurezza e soccorso, istruzione e ricerca), 2 miliardi per la rivalutazione dell’emolumento accessorio (già in godimento per i lavoratori), 2 miliardi sul Fondo sanitario per il contratto della sanità e 500 milioni che erano già appostati nel 2022 per l’IVC (Indennità di Vacanza contrattuale)”.
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