Nella bozza della legge di Bilancio 2025 sono contenute delle misure di grande interesse per le lavoratrici della scuola. Oltre al bonus bebé da 1000 euro, infatti, è previsto, nuovamente, un bonus per le mamme lavoratrici con due figli, con reddito fino a 40mila euro.
Considerato che le donne, nel mondo della scuola, sono moltissime, e spesso con stipendi molto bassi, sicuramente molte docenti e Ata trarranno beneficio da questa misura. Attenzione però: per poterne usufruire, bisogna avere almeno due figli.
In particolare, ci sarà un “parziale esonero contributivo” per le lavoratrici dipendenti e autonome che non hanno optato per il regime forfetario e che siano “madri di due o più figli”; l’esonero contributivo spetta “fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo” e, a decorrere dall’anno 2027, se madri di tre o più figli, l’esonero contributivo spetta fino al mese del compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo.
La decontribuzione viene confermata nel limite di spesa di 300 milioni di euro annui: sarà un decreto del ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il ministro dell’economia e delle finanze a fissare le nuove modalità.
L’anno scorso era previsto, dalla Manovra 2024, un esonero della contribuzione previdenziale, fino un massimo di 3000 euro annui.
Questa misura, probabilmente, mira a incentivare la, ancora bassa, natalità in Italia. La diminuzione delle nascite nel 2023 rispetto al 2022 è di 14mila unità (-3,6%). Dal 2008, ultimo anno in cui si è assistito in Italia un aumento delle nascite, il calo è di 197mila unità (-34,2%). Lo dice Istat nel report “Indicatori demografici anno 2023”.
La legge di bilancio 2025, come scrive Il Corriere della Sera, è approdata in Parlamento: dopo l’okay del Consiglio dei Ministri e la firma del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il testo della manovra è pronto per la presentazione alle Camere.
Le audizioni davanti alle commissioni Bilancio del Parlamento – secondo quanto viene riferito dal Sole 24 Ore – dovrebbero iniziare il 28 ottobre mentre il termine degli emendamenti dovrebbe essere fissato fra l’8 e il 10 novembre.
Ecco le altre misure contenute nella bozza, come riporta La Stampa.
Carta del docente assegnata in via strutturale anche agli insegnanti con contratto di supplenza annuale. Se quest’anno il valore rimane di 500 euro, non è detto che lo sia anche nei prossimi anni.
Previsto un taglio degli organici docenti e personale Ata: come si legge nel testo, a decorrere dall’anno scolastico 2025/2026 la dotazione organica complessiva di insegnanti è ridotta di 5.660 posti dell’organico dell’autonomia e di 2.174 Ata.
Per incentivare la natalità e contribuire alle spese per il suo sostegno, per ogni figlio nato o adottato dal 1 gennaio 2025 alle famiglie con Isee inferiore a 40 mila euro é riconosciuto un importo una tantum pari a 1.000 euro, erogato nel mese successivo al mese di nascita o adozione. L’importo, che non concorre alla formazione del reddito complessivo, viene corrisposto per i figli di cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione europea, o suoi familiari, titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero cittadini di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo o titolari di permesso unico di lavoro autorizzato a svolgere un’attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi o titolari di permesso di soggiorno per motivi di ricerca autorizzati a soggiornare in Italia per un periodo superiore a sei mesi, residenti in Italia.
Esteso a tutti (e non solo più a quanti hanno un altro figlio di età inferiore a 10 anni) e reso strutturale il bonus nido previsto a decorrere dal 1° gennaio 2024, per i nuclei familiari con un Isee fino a 40mila euro. Confermata anche l’esclusione dell’assegno unico del computo dell’Isee per la richiesta dell’agevolazione.
Per le pensioni minime, a completamento degli interventi transitori finalizzati a contrastare le tensioni inflazionistiche, il testo della legge di bilancio depositato alla Camera dispone che le parole «dicembre 2024» siano sostituite da «dicembre 2026» e le parole «di 2,7 punti percentuali per l’anno 2024» siano sostituite da «2,7% per l’anno 2024, 2,2% per il 2025 e 1,3% per il 2026». L’importo dell’assegno per la minima dunque il prossimo anno dovrebbe attestarsi a 617,9 euro al mese.
Per il rinnovo dei contratti pubblici per il 2025-27 la manovra stanzia 10,855 miliardi in tre anni. In particolare per il triennio 2025-2027 – si legge nel testo – gli oneri posti a carico del bilancio statale per la contrattazione collettiva nazionale e per i miglioramenti economici del personale statale in regime di diritto pubblico sono complessivamente determinati in 1.755 milioni di euro per l’anno 2025, 3.550 milioni di euro per l’anno 2026 e 5.550 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2027.
E’ successo di nuovo. Un’altra fotografia del Ministro Valditara è stata bruciata, a Roma, davanti…
Per otto italiani su dieci la violenza di genere è un fattore preoccupante: ritengono infatti…
Appartengo alla comunità di Docenti di Musica che segue indirettamente, in quanto già in ruolo…
L’ Avvocato Corrado Bonaduce, in qualità di difensore di fiducia della “donna terlizzese”, cui fa…
Egregio Direttore, mi capita spesso di leggere gli articoli sul suo giornale, le invio perciò…
La storia che vi raccontiamo ha dell'assurdo e scardina ogni elementare considerazione sul merito di…