La legge di bilancio 2025 in approvazione segna un duro colpo per il mondo dell’istruzione e della ricerca. La FLC CGIL denuncia tagli di oltre 5 miliardi di euro che penalizzano pesantemente stipendi e organici, con conseguenze dirette su scuola, università e alta formazione artistica e musicale (Afam).
Stipendi bloccati e aumento dell’inflazione
Secondo quanto affermato dal sindacato, il Contratto Istruzione e Ricerca 2022/24, già in scadenza, non prevede incrementi significativi: il modesto aumento dello 0,22% sul salario accessorio si traduce in soli 5 euro mensili per il personale. Questo, sommato agli incrementi precedenti, porta a un aumento complessivo del 6%, ampiamente insufficiente rispetto a un’inflazione che ha raggiunto quasi il 18%. La perdita di potere d’acquisto per il personale scolastico e accademico è evidente, con un gap salariale che colloca la categoria tra le meno retribuite in Europa.
Tagli agli organici
I tagli non si fermano agli stipendi. La Flc Cgil sostiene che nel 2025, il saldo tra assunzioni e riduzioni di posti nella scuola sarà negativo: 3.794 docenti in meno, cui si aggiungono ulteriori 2.200 posti ATA tagliati nel 2026. Anche per università, ricerca e Afam si registra una riduzione del turn over, posticipato al 2026 con un decremento del 25%.
Le priorità del Governo
Mentre l’istruzione pubblica subisce pesanti decurtazioni, la manovra destina risorse significative ad ambiti come le spese militari e i contributi per le scuole paritarie private. La FLC CGIL accusa il Governo di ignorare il valore strategico di scuola e ricerca, puntando invece su interventi che favoriscono lobby e interessi privati.
La FLC CGIL annuncia nuove mobilitazioni per il 2025, dopo due scioperi e numerose manifestazioni già svolte. L’obiettivo è contrastare i provvedimenti che danneggiano il sistema educativo e tutelare i diritti del personale scolastico e accademico.