La bocciatura della manovra di bilancio (o almeno della parte che riguarda la scuola) arriva anche dai tre sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil ed è contenuta in una trentina di righe di un lungo documento firmato dai tre segretari generali (Camusso, Furlan e Barbagallo)
“La nota di aggiornamento del DEF2018 – si legge nel documento – appare debole e lacunosa soprattutto laddove non esplicita le risorse da destinare alle diverse voci in cui articola gli interventi nei settori della conoscenza”
E qui si apre l’elenco delle lacune:
– non sono previsti investimenti sul personale, non allocando le risorse necessarie al rinnovo contrattuale per il triennio 2019/21 e senza stanziare adeguate risorse per un recupero salariale e per traguardare stipendi di livello europeo;
– risorse aggiuntive per realizzare i diversi interventi accennati sul sistema
scolastico (incrementare l’inclusione, aumentare il tempo pieno e prolungato nelle scuole del sud, promuovere il diritto allo studio, la crescita professionale del personale);
– un piano assunzionale per garantire la stabilizzazione degli organici e
rivedere in modo condiviso il sistema di reclutamento.
I tre sindacati sottolineano anche che “è necessario migliorare la qualità dei percorsi di alternanza scuola lavoro, prevedendo risorse crescenti e un monitoraggio attento per scongiurare abusi e garantire l’utilizzo efficace di questa metodologia didattica”.
Senza dimentica la necessità di “recuperare la valorizzazione e l’investimento sugli apprendistati formativi a cui il Governo non fa alcun riferimento e garantendo comunque un percorso con finalità
didattiche ed educative”.
Ma occorrono anche “politiche pubbliche di investimento per
incrementare in tutto il Paese l’offerta educativa rivolta ai bambini tra 0 e 3 anni e garantire la concreta realizzazione di un sistema educativo integrato 0/6, assicurando diffusione territoriale delle diverse tipologie, qualità dell’offerta e del progetto pedagogico e costi accessibili a carico delle famiglie”.
Cgil, Cisl e Uil chiedono anche di “eliminare i fenomeni del sovraffollamento delle classi e adeguare l’edilizia scolastica alle norme di sicurezza”.
La pagina dedicata al tema dell’istruzione si chiude con una netta presa di posizione sul tema della regionalizzazione: “Desta grande preoccupazione – sottolineano i sindacati – il riferimento all’attuazione della cosiddetta ‘Autonomia differenziata’. Il diritto all’istruzione deve restare nazionale per garantire l’universalità delle opportunità formative che non possono essere diversificate per appartenenze geografiche”.
Ce n’è a sufficienza per parlare di bocciatura anche se per capire quali iniziative concrete i sindacati intendano mettere in atto bisogna aspettare ancora qualche settimana.