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Manovra finanziaria: pesantemente coinvolta la scuola?

Nei giorni scorsi, sembra che il ministro dell’Economia Siniscalco avesse avanzato un’offerta iniziale, per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, del 3,7% di aumenti.
Il titolare del Tesoro sembrava intenzionato a pervenire ad un blocco degli automatismi. In altre parole, al congelamento degli scatti di anzianità nella scuola.
Tanto è bastato per suscitare vivaci reazioni da parte dei responsabili sindacali della scuola.
Afferma Francesco Scrima, segretario della Cisl Scuola: "se si tratta di una battuta, la consideriamo disgustosa, oltre che inopportunamente offensiva. Non si è ancora spenta, infatti, l’eco delle nobili parole spese dal Presidente Ciampi, in occasione della cerimonia d’inizio dell’anno scolastico, sull’alto valore culturale e sociale della scuola e sull’opera preziosa e insostituibile degli insegnanti, che ci si appresta a compiere nei loro confronti un’operazione di "bassa macelleria" finanziaria, non solo non rinnovando il loro contratto, scaduto da tempo, ma addirittura ipotizzando una riduzione dei loro stipendi, inadeguati e sostanzialmente inferiori a quelli dei loro colleghi europei.E’ forse questo il significato allusivo e profetico delle parole del ministro Moratti allorché, nella stessa circostanza, ha enfatizzato il ruolo degli insegnanti italiani in termini di "missione"? E non è forse questa una clamorosa smentita delle rassicurazioni del Presidente del Consiglio che la Finanziaria 2005 sarà di "protezione della scuola, della sanità e della sicurezza"?
Incalza Alessandro Ameli, coordinatore della Gilda: "l’invocazione al missionariato degli insegnanti, fatta dal ministro Moratti non si sentiva più da una ventina d’anni. Eravamo convinti tutti che quell’epoca fosse finita. Credevamo si fosse ormai indiscutibilmente affermata l’idea che gli insegnanti fossero dei professionisti e che all’impegno che dovevano profondere nel loro lavoro dovesse corrispondere un impegno dei Governi a riconoscerlo sul piano economico e sociale. La scuola italiana non ha bisogno di missionari, ma di professionisti preparati, attenti e motivati, che godano di prestigio e considerazione sociale. Se gli insegnanti continueranno ad essere oggetto costante di politiche trasformatrici sbagliate ed umilianti, votate al risparmio di spesa e ai tagli di organico sarà difficile che quegli stessi insegnanti siano disponibili a raccogliere gli inviti del Ministro a far marciare la sua, non condivisa, riforma".
La Cgil-Flg, nel suo intervento, ha sottolineato al ministro Moratti "l‘urgenza di arrivare al rinnovo contrattuale del secondo biennio economico in tempi brevi, soprattutto con la chiarezza, che solo il Ministro della Funzione Pubblica può assicurare, che le risorse poste alla base della negoziazione sull’articolo 43 non vengano sottratte da quelle necessarie al rinnovo biennale. Inoltre, solo l’incontro con il ministro Mazzella potrà sgombrare i dubbi sulle ipotesi, riportate dalle stampa, che prevedono di congelare gli scatti di progressione economica del personale della scuola".
"E’ inaccettabile pensare" –
ha commentato Massimo Di Menna, per la Uil-Scuola al termine della riunione di oggi con il ministro Moratti – "di finanziare i contratti prendendo i soldi dagli attuali stipendi del personale della scuola, bloccando quegli aumenti già previsti per gli scatti d’anzianità. Abbiamo rappresentato con forza la netta opposizione dei lavoratori della scuola ad interventi sull’attuale sistema retributivo".
Sui rinnovi contrattuali del personale della scuola, il segretario dello Snals-Confsal Fedele Ricciato, oltre a porre l’accento sul recupero integrale del potere d’acquisto delle retribuzioni, ha denunciato con forza il tentativo di toccare gli automatismi che regolano la progressione stipendiale.

Giorgio Veneziani

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