“Nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza approvato la scorsa settimana sono presenti delle disposizioni non proprio centrali per la scuola: riguardano il reclutamento, la formazione dei docenti di sostegno e del personale Ata e la continuità didattica. Per il rinnovo dei contratti pubblici, invece, non ci sono riferimenti”. A dirlo, il 1° ottobre, è stato il nostro direttore responsabile Alessandro Giuliani, nel corso della trasmissione radiofonica Radio Cusano Campus.
“Una delle disposizioni che più interessava il personale della scuola – ha ricordato Giuliani ribadendo quanto già scritto dalla Tecnica della Scuola – era quella dei fondi utili per il rinnovo contrattuale. Ma sugli aumenti ed incentivati, per la scuola come per tutto il pubblico impiego, non abbiamo letto nulla: questo significa che, se non arriveranno finanziamenti nelle prossime settimane, da introdurre con emendamenti alla manovra e modifiche allo stesso Def, nel 2019 gli stipendi del personale docente e Ata rimarranno fermi. Ricordando anche che quello dei dirigenti scolastici non è invece nemmeno stato rinnovato”.
Si tratta di una nuova pericolosa situazione di contratto in stand by, in contraddizione con le parole del nuovo ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, che si è più volte impegnato nel valorizzare al massimo la categoria, anche da un punto di vista contrattuale ed economico: solo qualche giorno fa, Bussetti a colloquio con La Repubblica, aveva parlato di “docenti più motivati, con stipendi più alti”.
Servirebbero, lo ricordiamo, almeno 2-3 miliardi. Una parte dei quali sarebbero utili per mettere al riparo gli stipendi più bassi, salvati dal governo Gentiloni attraverso la formula della perequazione: ora, i titolari di quegli stipendi rischiano fortemente anche la beffa della riduzione (dal prossimo mese di gennaio).
“Non sono buoni segnali – ha detto ancora Giuliani – quelli che arrivano sul silenzio assoluto su come comportarsi a seguito della scadenza del contratto, in arrivo il prossimo 31 dicembre, e del fatto che già oggi quelli del pubblico impiego sono sotto la soglia dell’inflazione di 5-6 punti percentuali, oltre che molto al di sotto della media degli altri Paesi europei. E questo accade, malgrado vi siano stati gli aumenti,vlo scorso aprile, attesi da quasi un decennio”.
“L’impressione è purtroppo negativa: se le cose rimangono così, si potrebbe avviare una nuova stagione di congelamento degli stipendi”, ha concluso Giuliani.
Durante la trasmissione si è anche parlato delle abilitazioni e specializzazioni conseguite all’estero, a proposito delle quali La Tecnica della Scuola ha realizzato un approfondimento ed un’intervista ad una docente siciliana arrivata in Romania per specializzarsi sul sostegno.
La redazione di Radio Cusano ha infine chiesto al nostro direttore un parere sulle parole stizzite del vicepremier Matteo Salvini riguardanti “alcuni insegnanti politicizzati che fanno il tifo per la sinistra”.
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