La mancanza degli attesi emendamenti nella manovra di bilancio, anche per la scuola e i suoi lavoratori, sta scatenando i partiti d’opposizione. Ad iniziare dal Pd, che punta il dito sulla mancanza di coerenza dell’attuale Governo rispetto agli annunci delle scorse settimane e ai programmi prefissati. Perché tra le richieste che hanno superato il vaglio della commissione Bilancio, non manca solo quella dei già pur pochi 2 mila nuovi maestri di scuola primaria utili al tempo pieno: non ci sono, fanno notare dal Partito Democratico, le norme che avrebbero dovuto disciplinare quota 100, la soglia utile ad andare in pensione con almeno 62 anni e 38 di contributi. E nemmeno quelli per attivare il reddito di cittadinanza.
In generale, “non ci sono risorse in più per la sanità e la scuola. Per ora tanto fumo e poco arrosto, si direbbe visto che è domenica”, tengono a dire Luigi Marattin e Maria Elena Boschi, deputati Pd in commissione Bilancio alla Camera, commentando il nuovo pacchetto di emendamenti alla manovra.
“Oggi 2 dicembre, con 13 ore di ritardo, sono arrivati finalmente gli emendamenti del governo alla manovra”, esordisce Marattin in un video pubblicato sui social.
“Dunque, Mari, ci sarà l’accordo con l’Europa?”, domanda ironico alla Boschi. E la deputata replica: “No”. “Ci sarà il reddito di cittadinanza?”. “No”.
“Ci sarà la spiegazione di “quota 100″?”. “Ma no…”, risponde l’ex ministro.
“Ma allora cosa c’è?”, insiste Marattin. “Sono 56 emendamenti tra governo e relatori, tutte norme micro-settoriali che non cambiano la manovra e non la correggono”.
Va tuttavia ricordato che il percorso per l’approvazione della manovra economica è tutt’altro che compiuto: dopo l’ufficializzazione degli emendamenti scampati alla commissione Bilancio, per martedì 4 dicembre si prevede il voto finale in modo da consentire l’avvio dell’esame in aula mercoledì 5 dicembre. Con qualche giorno di ritardo rispetto alle previsioni iniziali.
Subito dopo il testo passerà al Senato. Ed è lì che potrebbero arrivare gli emendamenti ora assenti.
Inoltre, per quota 100, da tempo il M5S ha annunciato che le regole verranno definite con un decreto a parte, da approvare entro febbraio: un allungamento dei tempi che per la scuola non prospetta nulla di buono, a causa delle necessità di realizzare gli organici, quindi di definire i pensionamenti, con l’inizio della primavera.
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