Una grande mobilitazione nazionale partita da Genova, con una manifestazione davanti all’Ufficio Scolastico Regionale. A commentare l’iniziativa Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd: “Siamo vicini ai genitori delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi con disabilità e ai docenti di sostegno che hanno dato il via a una grande mobilitazione nazionale contro le scelte del governo che rischiano di compromettere la qualità dell’insegnamento e di penalizzare gli insegnanti che hanno investito tempo e denaro nella propria formazione”.
“Siamo consapevoli del fatto che le scuole abbiano bisogno di docenti di sostegno e le alunne e gli alunni con disabilità di continuità didattica – continua Manzi – ma nonostante la propaganda del governo delle scorse settimane al momento l’organico sul sostegno risulta invariato rispetto allo scorso anno. Nell’ultimo decreto scuola, infatti, il Governo anziché prevedere un incremento dell’organico ha preso scelte profondamente sbagliate che non favoriscono in modo strutturale la continuità didattica. Si è creato un percorso parallelo e temporaneo di formazione dei docenti di sostegno alternativo al Tfa, anche relativo ai titoli di specializzazione sul sostegno conseguiti all’estero, trasmettendo il messaggio sbagliato per cui una formazione seria, qualificata del docente di sostegno – organizzata dagli Atenei – abbia un valore secondario”.
“Si tratta di misure palesemente ingiuste e discriminatorie che compromettono la qualità dell’insegnamento e non risolvono i problemi endemici del sostegno – prosegue Manzi – le criticità croniche e strutturali determinate dalla carenza di docenti di sostegno richiederebbero un intervento serio, a cominciare dal tema degli organici. L’ultimo piano pluriennale di immissione in ruolo di circa 25 mila docenti di sostegno è stato fatto con la legge di bilancio per il 2021 per merito di un altro governo e di forze politiche diverse da quelle dell’attuale maggioranza. Bisogna investire -conclude- nella formazione di qualità dei docenti precari, garantendo continuità didattica e professionalità nell’insegnamento di sostegno, affrontando con serietà, anche nel confronto con gli Atenei, anche il complesso ed urgente tema dei costi legati ai percorsi di formazione. Questo governo fa l’esatto contrario”.
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