Data l’attuale mappatura del Paese in fasce di rischio e di colore (a seguire la MAPPA ZONE COVID), quanto si stima debbano durare le misure, considerando che il Dpcm dl 3 novembre parlava di 15 giorni, mentre, di fatto, ogni 7 giorni abbiamo sperimentato dei passaggi di zona? Se ne è parlato nella Conferenza stampa di oggi, cui hanno partecipato il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli e il Direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute Gianni Rezza, a commento degli ultimi dati Covid riguardanti il Monitoraggio delle Regioni e in generale la situazione epidemiologica del Paese.
Per quanto tempo una regione dovrebbe mantenere in vigore le misure della propria zona di colore e di rischio?
Ha chiarito la questione Gianni Rezza, che spiega: “Bisogna che gli indicatori si stabilizzino una volta che una regione raggiunge una zona. Prima di un’eventuale de-escalation occorrono due settimane minimo; per un’eventuale escalation anche meno, perché il principio è agire subito.”
In altre parole, ogni territorio assegnato a una certa fascia di rischio, deve mantenere le misure di quella fascia minimo 15 giorni solo nel caso della decrescita dei contagi – de-escalation – ; nel caso della crescita – escalation – anche a distanza di pochi giorni si potranno inasprire le misure trasferendo un territorio entro una fascia di rischio maggiore, perché il principio è agire in fretta quando la situazione si aggrava e agire con prudenza quando la situazione sembra schiarirsi.
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