Rimarrà nella storia il gol segnato da Maradona contro l’Inghilterra.
Il pibe de oro ha attraversato tutto il campo in solitaria, senza l’aiuto di nessuno, rompendo anche gli schemi della propria squadra, segnando un gol che rimarrà per sempre nella memoria di tutti.
Vorrei ricordare Maradona, attraverso un paragone con noi insegnanti, che spesso ci ritroviamo soli e costretti a inventarci dei gol magici e miracolosi per centrare gli obiettivi educativi nella grande rete scolastica. Come dei diligenti calciatori che seguono le indicazioni del Mister, seguiamo le linee guida del Ministero, ma spesso quest’ultime sono contraddittorie o lacunose, per cui dobbiamo inventarci qualcosa, qualche magia per tenere alta la valenza della scuola italiana.
È vero che non è stato possibile allenarci a sufficienza per essere preparati alla sfida improvvisa contro il Coronavirus, ma quando il Mister ci ricorda categoricamente che non dobbiamo mai abbassare la guardia, noi insegnanti ammettiamo che non sempre lo ascoltiamo e abbassiamo la mascherina, ma lo facciamo solo pochi secondi per respirare e riuscire a portare a termine una lezione. Sappiamo che non rispettiamo le regole, anche quando non respingiamo un abbraccio spontaneo di un alunno a cui manca la mamma, ma noi rispondiamo come Maradona dopo il suo gol di mano: “era troppo importante il risultato…”.
In questo difficile periodo, spesso facciamo ricorso anche alla magia;
Come la lampada di Aladino, a noi insegnanti basta “strofinare” il mouse, per ritrovarci nelle cucine dei nostri alunni ad impartire lezioni on line.
Grazie ai collegamenti virtuali, come durante una seduta spiritica, vediamo apparire in classe i nostri studenti in quarantena e spieghiamo loro l’argomento del giorno.
Descritto così sembra tanto bello e facile…Invece durante il collegamento non è proprio così. Noi docenti ci troviamo a gestire, nello stesso momento, il setting della classe e quello della casa. Come degli equilibristi, speriamo di non cadere dalla connessione, legati ad una sottile rete internet, peggiore di quelle presenti in tante piazze pubbliche. Siamo così obbligati a fare ricorso alle nostre risorse (economiche) e collegarci con i nostri dispositivi, per non far cadere in fuorigioco i nostri alunni assenti.
Vorremmo garantito dal nostro Ministero, un forte portiere che blocchi davanti la porta della scuola, quella tecnologia pronta a speculare, che cercherà di entrare in aula solo per far cassa.
Come in tante altre occasioni, anche prima dell’inizio della sfida contro il Coronavirus eravamo considerati perdenti in partenza, ma nonostante tutto, stiamo portando a casa un grande risultato e anche con addosso la mascherina lo respiriamo dai tanti complimenti dei tifosi (i genitori), che ci hanno sostenuto forse anche più del nostro mister, di cui a volte ci sentiamo abbandonati.
Come Maradona giocava per la gente, noi docenti scendiamo in campo per gli alunni. Per loro siamo disposti ad uscire dagli schemi, ad usare la fantasia e la magia, ma oltre a un certo numero di gol non possiamo andare e tutto da soli non possiamo fare. Mi piace ricordare così Maradona, ma la formazione non è un gioco, semmai è una squadra e in ogni squadra che si rispetti, anche il ruolo del Mi(ni)ster(o) è essenziale. Un ruolo che a volte è venuto a mancare…
Emilio Milioti
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