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Maraini: “In Italia il merito è un annoso problema. Valutazione per i docenti? Li costringe a essere più attenti e preparati”

Anche Dacia Maraini, scrittrice di fama internazionale, ha discusso proposito del concetto di merito, a quanto pare tanto caro al nuovo Governo e al nuovo Ministero dell’Istruzione e del Merito guidato da Giuseppe Valditara. L’autrice de La lunga vita di Marianna Ucrìa ha affidato le sue riflessioni a Quotidiano Nazionale.

La scrittrice ha ribadito quanto sia importante il ruolo rivestito dalla scuola: “La scuola può e deve salvarci – dice Dacia Maraini da New York, una delle tappe del suo tour americano –. Altrimenti perdiamo noi stessi e il Paese. La scuola deve diventare il centro dei nostri pensieri e dei nostri investimenti, sia economici che culturali. Solo investendo sulla scuola possiamo dare un futuro al Paese”.

“Se non fosse per una rete straordinaria di insegnanti che generosamente si spendono per gli studenti, la scuola sarebbe già collassata. Ci sono certo gli ignoranti e gli sfaticati, ma nell’insieme la scuola sta in piedi per gli insegnanti, non per chi ha sempre tagliato o sfoltito. Fra l’altro l’idea berlusconiana che la scuola sia una azienda ha fatto danni enormi. La scuola non deve produrre ma formare. Che è un’altra cosa”, ha continuato.

Merito e meritocrazia

“I ragazzi vogliono partecipare. La scuola dovrebbe diventare un percorso condiviso di apprendimento e crescita. Dove gli insegnanti si pongono in questa posizione di condivisione, i ragazzi rispondono in maniera sicura e intensa. La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita almeno per otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.

“La meritocrazia è un annoso problema per il nostro Paese. E non riguarda solo la scuola. Infatti i nostri giovani migliori che qui non riescono a farsi avanti, quando vanno all’estero, vengono subito apprezzati e messi nei posti di responsabilità. Segno che la preparazione è buona ma l’ingresso nel mondo del lavoro spesso è chiuso da meccanismi di potere ereditario e da una torbida e conservatrice burocrazia che tende solo a conservare lo status quo”.

Giusto valutare anche i docenti?

Ecco cosa manca nella scuola odierna secondo la Maraini: “Mancano valori condivisi. Si riconosce una cultura dai valori condivisi. E in questo momento da noi – ma direi in tutto il mondo – mancano valori condivisi. Ognuno va per la sua strada e il mondo sembra fatto di monadi che girano a vuoto”.

L’autrice ha anche commentato la possibilità di valutare non solo gli alunni ma anche gli insegnanti: “In molti paesi lo fanno. In America nelle università gli studenti ogni sei mesi danno il voto agli insegnanti. E questo li costringe a essere più attenti e preparati, perché temono il giudizio degli studenti”.

Redazione

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