La scrittrice Dacia Maraini, 87 anni, intervistata ai microfoni de La Repubblica, ha parlato degli aneddoti relativi al suo esame di maturità e alla sua esperienza a scuola. Ecco le sue parole:
“Le mie materie preferite erano la Storia e la Letteratura. Rapporto con la scuola? Ottimo coi compagni, buono con i professori che si appassionavano al loro mestiere. Invece era pessimo con chi mostrava disinteresse e alterigia”.
“La scuola era diversa, si partiva dall’idea che da una parte c’erano gli esperti, i sapienti, e dall’altra gli ignoranti, a cui bisognava insegnare tutto, compresa la disciplina. Oggi i ragazzi vogliono essere protagonisti del processo di apprendimento. Cercano un rapporto dialettico con l’insegnante e secondo me hanno ragione”.
“Gli scritti sono andati bene, anche se un professore di italiano mi ha detto che leggevo troppi libri. L’orale maluccio. Un professore mi ha chiesto di commentare la Divina Commedia in un libricino grande come un ditale. Io per l’emozione non riuscivo a tenerlo fra le dita, mi scivolava via. E lui si divertiva. Secondo me era un sadico”.
Ed ecco un suggerimento ai maturandi: “Ai ragazzi suggerisco, in generale, di coltivare una passione. In un mondo globalizzato trova spazio solo chi possiede una competenza. E la passione porta alla competenza, quella profonda e vera. Una competenza di qualsiasi genere, ma conquistata con amore. Chi dimostrerà di avere una competenza riuscirà a trovare un lavoro che gli piace, chi non avrà competenze finirà per adeguarsi a un mestiere che non ama, cosa mortificante”.
“Non dobbiamo farci condizionare dal voto, il voto serve a voi. Il voto serve per capire a che punto siete arrivati. L’intelligenza artificiale può essere utile per capire il grado di preparazione a cui siete arrivati, e da questo punto di vista è preziosa. Non vi fate fare i temi o gli esercizi dall’intelligenza artificiale, poi andate scuola e non sapete fare niente. Può aiutare ma è un aiuto falso, ingannevole”, ha detto il ministro Valditara oggi.
“La maturità è un momento di passaggio, ha ancora un senso perché è una cesura tra un passato adolescenziale e un futuro in cui si diventa cittadini maturi, responsabili, grazie anche allo studio, e cittadini liberi, senza alcun condizionamento. Concetti fondamentali: libertà e lavoro”.
Ed ecco il messaggio finale ai maturandi: “Siete ragazzi eccezionali, non fatevi coinvolgere dallo stress, voi valete molto, la vita vi aspetta. Fate scelte oculate”, ha concluso.
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