Oltre 2000 persone oggi pomeriggio hanno partecipato alla marcia della pace che si è snodata dalla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli sino alla piazza del Comune di Assisi passando da piazza della Basilica di San Francesco.
Si sono messe in strada, su invito di Flavio Lotti della Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della pace, per denunciare la situazione di un mondo sempre più ferito e violentato dalle guerre e perfettamente raffigurato dai mappamondi dolenti presenti nella sala della assemblea mattutina dov’è si sono susseguiti gli interventi di testimoni e personalità.
Enti locali e politica di pace
Sono 123 i comuni e le province che hanno aderito alla marcia e che erano presenti alla marcia. Tra questi la nuova sindaca di Perugia , la sindaca di Assisi, ma anche moltissimi sindaci di piccoli paesi come ad esempio Francesco Tagliaferri (giovanissimo sindaco di Vicchio dove ha sede la scuola di Barbiana di don Milani), e Raffaella Devincenzi sindaca del comune di Neviano degli Arduini sugli Appennini parmensi e tanti altri primi cittadini.
Molti anche i parlamentari europei presenti (Leoluca Orlando, Carolina Morace, Matteo Ricci, Dario Tamburrani, Gaetano Pedrullo, Marco Tarquinio) che hanno evidenziato, con i loro interventi, le divisioni esistenti a livello politico europeo a riguardo della guerra in Ucraina. La recente votazione su questo tema ha manifestato l’evidente avvallo alla logica della guerra senza assumere nessun reale impegno per la pace.
La voce del sindaco di Barbiana
Francesco Tagliaferri di 28 anni Sindaco di Vicchio (sede della scuola di Barbiana di don Milani) che ha iniziato da studente a frequentare la marcia per la pace e che ora lo fa da giovanissimo sindaco.
“La pace parte dalla condivisione e dalla apertura verso il prossimo – dice Tagliaferri – Dobbiamo liberarci dalla dittatura dell’io che si nutre dell’indifferenza verso gli altri. Don Milani mette al centro il cittadino con diritti e doveri e responsabilità. Ognuno deve prendersi cura degli altri, della pace, della giustizia e della solidarietà”.
Diverse le parrocchie e le Comunità cristiane e gli scout presenti così come i dirigenti di movimenti e organizzazioni sociali, culturali e di volontariato.
“Non è ammissibile per un cristiano – ci ha detto don Filippo Zappettini – rimanere inerti sul balcone della storia. Dobbiamo prendere parte ed essere costruttori di pace”
Il programma Immagina per le scuole di pace e l’impegno delle università
Sono inoltre intervenuti molti dirigenti scolastici (tra questi Fabiana Cruciani co-coordinatrice rete scuole di pace), insegnanti e rappresentanti della rete delle Università per la pace (Marco Mascia di Padova e Alessandro Santoro della Sapienza di Roma e coordinatore del primo Dottorato di ricerca di rilevanza nazionale sulla pace che parte proprio in questi mesi con 40 dottorandi)
Questo anno scolastico le Scuole di pace promuovono per l’anno scolastico 24/25 il progetto “Immagina”.
Si tratta di un percorso:
• fondato sull’apertura al futuro, sulla ri-apertura del futuro, sull’impegno per la trasformazione del futuro, sulla costruzione di progetti di futuro;
• che è una terapia per la cura e la guarigione di una società e di un mondo malato;
• che deve aiutarci a riaprire il nostro orizzonte e ricomporre il nostro sguardo sul mondo;
• che vuole dare nuovo impulso a tre processi identificati da tre parole: responsabilità, capacità, politica;
• che è anche una sfida ad “aggiornare” la nostra idea di pace e a forgiare un’alternativa credibile alla guerra totale che incombe;
• che ci deve aiutare a diventare migliori.
Il progetto si svilupperà nel periodo compreso tra settembre 2024 e ottobre 2025: accompagneranno in questo percorso due grandi fari: la lettera di Papa Francesco “Fratelli Tutti sulla fraternità e l’amicizia sociale” e l’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile
Prima di tutto la pace: anche a scuola
La Marcia è stata aperta dai bambini della Direzione didattica “Aldo Moro” di Gubbio.
Abbiamo chiesto alla dirigente scolastica, Maria Gioia Pierotti di spiegarci il significato della presenza delle Scuole qui ad Assisi.
Ecco la sua risposta: “Sono molto felice di essere qui per promuovere la ‘Cultura della pace’. Credo che la Scuola, occupandosi di educazione, debba progettare interventi che sappiano considerare l’alunno cittadino del proprio tempo. Pertanto occorre sempre più che l’agire educativo sia guidato da obiettivi precisi e quanto più funzionali rispetto all’epoca che stiamo vivendo, che indubbiamente appare complessa. Così come Dirigente scolastico ho deciso di aderire alla Rete nazionale delle Scuole di Pace attraverso i programmi di educazione alla cittadinanza”.
La Scuola ha la grandissima opportunità di riaprire il futuro dei nostri ragazzi.
“Sì, perché la pace si insegna e si impara”.
E perché la pace si insegna e si impara?
“Perché la pace fa riferimento a quei valori che costituiscono l’essenza stessa della Persona. La pace corrisponde al bene, alla giustizia, all’onestà alla cura e a tanti altri valori che connotano la Persona. Quindi, la fantastica Marcia di oggi è una attività pedagogica straordinaria, perché vede la compartecipazione del dirigente scolastico, del personale docente, del personale Ata e della nostra Amministrazione comunale. E’ un vero e proprio compito di realtà dove l’intera comunità educante marcia insieme per la stessa finalità: rendere i nostri alunni costruttori di pace educandoli all’impegno per il Bene comune”
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Chiedendo perdono ai bambini…
La marcia, aperta dai bambini del circolo didattico di Gubbio, si è chiusa nella piazza del comune di Assisi dove con una toccante cerimonia i partecipanti hanno “chiesto perdono” a tutti i bambini vittime delle guerre nel mondo e si sono pubblicamente impegnati ad essere artigiani e architetti di pace.