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Marco Lodoli: 10 punti per una scuola migliore. Lezioni da 50 minuti, corsi di aggiornamento per docenti e stop a PCTO nei licei

Qualche giorno fa, con un articolo pubblicato su Il Foglio, il giornalista e scrittore Marco Lodoli si è, in modo provocatorio, autocandidato ricoprire il ruolo di Ministro dell’Istruzione del Governo che succederà a quello di Mario Draghi. Le sue parole, che abbiamo riportato, hanno generato un forte dibattito.

Lodoli, ex insegnante con alle spalle anni e anni di esperienza, ha rincarato la dose. Tra le pagine de Il Foglio di oggi, 3 agosto, lo scrittore ha ampliato la sua riflessione rispondendo alle critiche nei suoi confronti e alle accuse di essere presuntuoso e non abbastanza esperto a livello tecnico presentando addirittura un decalogo che contiene i punti che, nel caso in cui venisse nominato Ministro dell’Istruzione, guiderebbero le sue azioni per riformare la scuola.

I 10 punti che secondo Lodoli renderebbero la scuola migliore

Ecco, riassumendo, i punti su cui, secondo Marco Lodoli, bisognerebbe intervenire.

  1. La scuola ha bisogno di ritrovare a pieno la sua missione che è educare, preparare, formare e non moltiplicare scartoffie. Eliminare la burocrazia che fa perdere tempo agli insegnanti;
  2. Rilancio degli istituti tecnici e professionali;
  3. Riaccendere l’energia fisica degli adolescenti con l’aumento delle ore di educazione fisica;
  4. Lezioni di 50 minuti con 10 minuti di pausa come nelle scuole scandinave;
  5. Più ore di musica a scuola, dalle elementari alle superiori, dalle 2 alle 3 ore a settimana;
  6. Corsi di aggiornamento per gli insegnanti che non siano solo tediose lezioni su come si usa il registro elettronico ma corsi che arricchiscano la cultura di chi va in classe a spiegare il passato e il presente;
  7. Cancellare l’alternanza scuola lavoro per i licei classici e scientifici e rafforzarla per professionali e tecnici;
  8. Riformulare le graduatorie scolastiche in modo che non ci siano plotoni di insegnanti costretti a svegliarsi alle 3 del mattino per prendere un treno che li porterà in scuole lontane centinaia di chilometri da casa loro;
  9. Ridurre al massimo la precarietà;
  10. Aumentare gli stipendi.

Gli stipendi dei docenti sono troppo bassi?

Su quest’ultimo punto Lodoli ha ribadito che “un professore al primo impiego guadagna 1400 euro e a volte nemmeno gli bastano per trovare una sistemazione decente in una città sconosciuta in cui c’è una cattedra che aspetta di essere occupata. I professori non possono essere così poveri, si mortificano, hanno l’ansia di arrivare a fine mese”. Parole che fanno eco a quelle pronunciate da Rossano Sasso, secondo cui la condizione di precariato in cui versano molti docenti causa gravi danni a livello psicologico e professionale.

Redazione

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