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Mare Fuori 4, gli attori: “Non siamo in dovere di educare, non siamo maestri di vita. Necessaria educazione alla visione”

Oggi, 17 gennaio, a Napoli ha avuto luogo la conferenza stampa di presentazione della quarta stagione di Mare Fuori, disponibile dal 1 febbraio su RaiPlay. Alcuni dei giovani attori del cast, rispondendo alle domande della stampa, hanno discusso in merito all’educazione dei giovanissimi.

In molti negli scorsi mesi hanno infatti accusato prodotti culturali e serie tv come Mare Fuori, ambientata in un istituto di pena minorile e popolata da personaggi criminali, di strizzare l’occhio a modelli sicuramente poco edificanti, con il rischio di emulazione.

Mare Fuori 4, non è compito della serie educare

Come riporta Fanpage.it, il primo a discutere di questo tema è stato Matteo Paolillo, che nella serie interpreta Edoardo Conte: “È necessaria un’educazione alla visione, noi raccontiamo la verità, ma non è che guardando la serie si diventi più violenti. Se ti viene voglia di spaccare la testa di uno, il problema è tuo, non della serie”.

A fargli eco anche Massimiliano Caiazzo, che veste i panni di Carmine Di Salvo: “Bisogna spiegare l’ombra per arrivare a mostrare la luce. Sta nello spettatore, non è colpa di un progetto audiovisivo, anzi può darci solo degli strumenti in più. Non restiamo nella superficie del tema che ci impedisce di avere un dialogo sincero su un problema molto serio della società”.

Dello stesso avviso anche Domenico Cuomo, Cardiotrap nella serie: “La prima volta che ho conosciuto dei ragazzi che erano detenuti è stato molto bello perché ci hanno detto che era orribile stare lì dentro. Io mi chiedo come posso io a 19 anni parlare con queste persone e pensare di poter insegnare qualcosa. Non mi sento in dovere di educare ma solo di rappresentare una generazione nel bene e nel male, di certo non possiamo farci maestri di vita”. 

“Serie tv vergognosa”

Il presidente del tribunale dei minorenni di Trento, Giuseppe Spadaro, nel corso della cerimonia di premiazione a Crotone del premio “Dodò Gabriele” dedicato alla memoria del bambino ucciso in un agguato di mafia mentre giocava a calcetto, lo scorso settembre, non ha risparmiato dichiarazioni contro la mitizzazione della mafia tramite le serie TV e i film.

Il presidente ha risposto a una domanda proprio su Gomorra e Mare Fuori, due prodotti televisivi che hanno ricevuto un grande successo di pubblico: “Le serie tv che mitizzano la mafia sono vergognose. Mitizzano i criminali in una fase della vita di voi ragazzi che è quella adolescenziale in cui fate delle scelte. Fase in cui, lo sappiamo perché lo abbiamo fatto tutti, si è portati a trasgredire. Il problema è capire il limite della trasgressione e il messaggio pedagogico che danno quei film è devastante perché è quello che cercate voi. Io mi domando perché voi siete attratti da quei modelli anziché da Rosario Livatino. È lì che lo Stato vincerà e la mafia verrà sconfitta. Quando un ragazzo sarà attratto da Libera o da quello che fanno i magistrati ci sarà la vittoria. Il coraggio è studiare ed emergere nonostante tu sia nessuno”.

“Accompagnare sempre i ragazzi nella visione”

La professoressa Giovanna Corrao, che fine agosto scorso è diventata virale dopo una diretta su Facebook in cui ha commentato con rabbia lo stupro di gruppo avvenuto Palermo a luglio scorsoparlando di una comunità educante ormai “fallita”, ha discusso di educazione dei giovani anche di Mare Fuori.

Ecco le parole della docente: “Mare Fuori è fatta bene. Ma i ragazzi molte volte non guardano lo spaccato drammatico. Molti dei protagonisti muoiono perché fanno quella vita. Loro mitizzano queste figure senza considerare che sono negative quindi bisognerebbe accompagnare sempre i ragazzi nella fruizione di queste serie”, questo il suo pensiero.

Redazione

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