La serie Tv italiana più vista del momento, Mare Fuori, continua il suo coinvolgimento tra i giovani in attesa della quarta stagione. In questi giorni, infatti, sono iniziate le riprese dei nuovi episodi come ha fatto sapere il regista e gli attori tramite alcune storie su Instagram. E sempre su questo social sta spopolando una versione particolare della sigla scritta e cantata da Matteo Paolillo, l’attore che interpreta Edoardo nella serie.
In questo video gli studenti delle classi 2ª E e 2ª I dell’Istituto di Istruzione Superiore “Liceo Scientifico V. Fardella – Liceo Classico L. Ximenes” di Trapani, guidato dal dirigente scolastico prof. Filippo De Vincenzi, hanno tradotto dal napoletano in latino i primi versi della canzone «‘O mar for», colonna sonora della famosa serie TV RAI «Mare fuori». Per l’occasione è stato prodotto un video in cui il brano musicale viene da loro cantato sia in latino sia in napoletano con lo sfondo del mare della città di Trapani e dell’antico carcere della “Colombaia”, una fortezza medievale posta su un’isoletta all’estremità occidentale del porto del capoluogo. L’idea è nata nell’ambito della «Schola cantans», una attività didattica sperimentale per lo studio del latino ideata alcuni anni fa dal prof. Maurizio Vento al fine di promuovere negli allievi un maggiore amore verso la lingua dell’antica Roma.
Abbiamo sentito il docente che si è occupato dell’iniziativa, il prof Maurizio Vento ci ha spiegato cos’è “la scuola che canta”: “Effettuata in orario curricolare, la «Schola cantans», ovvero «la scuola che canta», si affianca al metodo di insegnamento tradizionale della disciplina; è destinata agli alunni delle prime e delle seconde classi del liceo scientifico ordinamentale e prevede l’utilizzo della musica moderna per lo studio del latino. L’innovativo metodo didattico in passato ha ricevuto parecchi riconoscimenti in ambito nazionale ed internazionale, non ultimi quello del Ministro alla Cultura francese nel 2002 e un servizio pubblicato nel 2008 dalla principale rivista di education degli USA, «Edutopia», edita dalla omonima Fondazione del regista George Lucas”.
Dato l’alto numero di visualizzazioni e utenti che la seguono, è possibile tracciare il filo conduttore di questo appassionante coinvolgimento. La storia è quella di alcuni adolescenti che vivono nell’IPM (Istituto di Pena Minorile) di Napoli. Si tratta di una struttura che sta a picco sul mare e ospita settanta detenuti: 50 maschi e 20 femmine, tutti minorenni. La serie racconta le storie di questi ragazzi, del perché si trovano ad affrontare questo percorso di crescita e di come siano rimasti coinvolti (per scelta o per sbaglio) nella criminalità organizzata. Attorno a questi personaggi ruotano le figure imponenti degli adulti, la direttrice (Carolina Crescentini), il comandante di polizia penitenziaria (Carmine Recano), gli educatori, il cuoco, il barbiere e tutti i protagonisti che ogni giorno provano ad aprire uno spiraglio sul futuro di questi minori, un futuro diverso da quello che sono convinti sia il loro.
La serie è composta da quattro stagioni (una in fase di registrazione) e i personaggi parlano nella maggior parte del tempo in napoletano, rappresentando in pieno le proprie origini. Tra litigi, omicidi, minacce, fughe ed esami di scuola i giovani attori provano a interpretare uno spaccato della vita dei quartieri difficili di Napoli, quasi un mondo a sé fatto di povertà e degrado, dove gli adolescenti preferiscono non andare a scuola e unirsi alla criminalità, dove non c’è futuro se non quello sporco fatto di affari e giri loschi basati su sentimenti di vendetta e rabbia.
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