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Mare Fuori modello negativo? Un aspirante attore: “Queste serie tv non c’entrano, anzi insegnano a fuggire dalla criminalità”

Serie tv che propongono modelli negativi come Mare Fuori o Gomorra sono da demonizzare? Si possono ritenere in qualche modo responsabili del pullulare di giovani che quasi aspirano a diventare criminali o che comunque adottano uno stile di vita che strizza l’occhio alla delinquenza?

A dire la propria, all’Ansa, sono stati alcuni giovani aspiranti attori a margine dei provini per il musical di Mare Fuori che si sono svolti in questi giorni a Napoli, che dovrà andare in scena questo inverno nei teatri italiani. “Queste serie non c’entrano niente con la criminalità, anzi insegnano a fuggirne”, ha detto Giovanni, uno di loro.

Quest’ultimo desidera fortemente “sfondare” e crede che comunque è difficile riuscire a stare lontani da ambienti criminali in determinati quartieri difficili. “Ma con la propria forza e con quella della famiglia, che è fondamentale specie nell’adolescenza, ognuno può provare a coronare i propri positivi obiettivi”, ha aggiunto.

“Ho visto Mare Fuori e non ho ammazzato nessuno”

“Napoli ieri in Piazza del Gesù ha dimostrato una grande reazione positiva, ha dimostrato che non si può chiudere gli occhi e pensare che non sia accaduto niente”, ha concluso, riferendosi al funerale di Giovanbattista Cutolo, il musicista 24enne ucciso per strada Napoli da un 16enne lo scorso 31 agosto.

Cristina, diplomata al liceo musicale e in una scuola di recitazione, anche lei aspirante attrice del musical, è anche lei dell’avviso che non vi siano collegamenti tra serie tv e realtà: “Ho visto Gomorra e Mare Fuori e non ho mai ammazzato nessuno o messo le mani addosso. I problemi non arrivano dalle serie tv, ma molto spesso dai problemi della famiglia in cui si cresce e per questo bisogna aiutare i ragazzi da un punto di vista sociale, della scuola. Solo così i ragazzi non prendono o’ fierro, come dicono nelle serie, ma si impegnano in cose più vere per crescere bene”, questa la sua opinione.

Geolier: “A 16 anni nessuno dovrebbe avere una pistola”

Ad aprire questo dibattito è stata proprio la sorella di Giovanbattista Cutolo. Quest’ultima, durante il funerale, si è scagliata contro chi imita personaggi negativi, che strizzano l’occhio alla criminalità, spesso proposti dalla musica o dalla televisione: “Napoli non è Gomorra, non è Mare Fuori, non è il Boss delle Cerimonie”, ha detto. 

In molti hanno criticato anche molti cantanti, napoletani e non, i cui testi sono giudicati violenti e irrispettosi. A finire sotto i riflettori, ad esempio, è stato Geolier, che ha replicato così: “Non è possibile morire a 24 anni, nella stagione più bella dell’anno, per un parcheggio. A 16 anni nessuno dovrebbe avere una pistola. Nei quartieri i ragazzi devono cambiare mentalità e scappare da tutto questo male. Voglio dirgli che uscire soltanto per divertirsi con gli amici non è da deboli, che andare a scuola non è da scemi, che portare dei fiori a una tipa che gli piace non è una vergogna”, ha esordito.

“Io sono sempre stato come voi, capisco ogni vostra paura e il vostro punto di vista, era anche il mio fino a poco tempo fa. Non guardiamo per terra, i piedi e l’asfalto, vi assicuro che non è difficile alzare la testa e guardare in alto, il cielo, le stelle, dove tutto è bello anche se sembra inarrivabile. Anche io sono cresciuto nel rione dove parlare in italiano era da scemi, andare a scuola era da deboli. Ma il mondo non è questo”.

Redazione

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