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Mare Fuori: una serie sul dramma della camorra che i docenti dovrebbero far vedere agli alunni, magari a scuola

Il mio intervento non è un commento verso una problematica presente all’interno della Scuola, ma è un messaggio. Un invito che rivolgo tutti, ma in particolar modo ai docenti di scuola media e superiore affinché invitino i loro studenti a visionare almeno una parte della serie televisiva “MARE FUORI”. Certo, le problematiche che sviscera il film non sono leggere e apprezzabili da tutti, ma devo dire che raramente ho visto rappresentare in modo così centrato e coinvolgente il dramma della camorra.

Leggevo che il film ha un audience importante sul canale Netflix, ma non ha avuto lo stesso consenso la scorsa settimana su Rai 2 per la prima puntata, complice il fatto che in contemporanea andava in onda Buongiorno mamma (no comment). Le vicende che riguardano la vita di alcuni ragazzi napoletani partono dal penitenziario minorile di Napoli (IPM) e continuano all’esterno nei luoghi dove essi hanno vissuto prima della detenzione.

Con grande destrezza i registi fotografano la vita di questi ragazzi, destinati già da piccoli a rispettare un codice d’onore impietoso. Bambini fatti crescere troppo in fretta, già grandi negli atteggiamenti e nelle scelte di vita che devono fare. All’interno del carcere, in cui si ritrovano maschi e femmine, tra scontri e aggressioni molti di loro riescono a riemergere e a ribellarsi alle leggi non scritte ma imperanti della camorra. Certo, molte situazioni ricreate nella serie potrebbero sembrare poco veritiere e un po’ edulcorate, ma il messaggio di ribellione e di rifiuto alle illegalità arriva forte e chiaro. Bravi anche gli attori sia tra i ragazzi sia tra gli adulti, poco conosciuti ma molto più convincenti di personaggi anche famosi che recitano in altre serie.

Il mio è come dicevo un invito a coinvolgere i ragazzi nella visione di questa serie, magari a scuola, per stimolarli a prendere atto senza paure e pregiudizi delle problematiche sempre esistenti legate alla presenza costante di mafia e camorra.  

Mirella Rigamonti

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