C’è ancora una "Montessori dopo Montessori?". E’ la domanda che ci siamo posti in questo momento di ricorrenza cinquantenaria della morte di una tra le più grandi educatrici del secolo appena concluso.
La risposta non può essere, ovviamente, che positiva anche oggi in cui tutti si dichiarano pronti a sostenere che la Montessori è ancora viva nella cultura postmoderna. Ma ne ignorano gli insegnamenti. L’augurio, tuttavia, è che l’occasione, dopo decenni di oblio, solleciti una rilettura al di là delle tante, pretestuose ed inutili, polemiche che ne hanno oscurato la grandezza.
Al di là di ogni tentativo di celebrazioni, sempre dannose anche se grandi, ci piace ricordare, dell’insegnamento montessoriano, la difesa continua, decisa, forte e convinta della libertà dell’uomo che condusse come un ideale altamente morale. Questo, al pari del suo femminismo scientifico, a avrebbe dovuto essere il modo di celebrare l’anniversario della morte della grande educatrice di Chiaravalle.
Da qui la necessità di acquisire sempre maggiore consapevolezza della complessità storica, culturale e pedagogica evitando di soffermarsi, ancora una volta, come fa ancora tanta parte della cultura accademica, solo al metodo pedagogico che porta il suo nome, all’aspetto immediatamente percepibile, il più facilmente fruibile dalla scuola.
"L’uomo di Maria Montessori: dal bambino maestro d’amore all’adulto di pace" è stato il tema del Congresso Internazionale che l’Opera Nazionale Maria Montessori ha tenuto, in collaborazione dell’Unesco, il 16 e il 17 maggio a Roma ed il 18 e 19 maggio a Chiaravalle per ricordare la pedagogista a cinquant’anni dalla dipartita e all’interno del quale illustri studiosi italiani e stranieri – Pietro De Santis, Mauro Laeng, Silvana Quattrocchi Montanaro, Augusto Scocchera, Emilio Butturini, Paolo Orefice, Franca Pinto Minerva – hanno messo a fuoco la personalità trattando gli argomenti: "Pace, giustizia e non violenza in Maria Montessori", "Maria Montessori e l’uomo della post-modernità", "Bambini, adulti e società in Maria Montessori", "Maria Montessori ed Albert Einstein: una comune filosofia di vita", "Genitori di pace", "Il bambino maestro dell’educatrice", "Analisi storica e prospettive della produzione e della diffusione nel mondo del materiale montessoriano", "Maria Montessori: un pensiero attivo e necessario tra noi".
La fama avuta nel mondo, e non solo per il metodo didattico; il rivoluzionario concetto del "bambino padre dell’uomo", "perfezionatore dell’Umanità", hanno fatto conoscere solo la Montessori pedagogista sacrificando la Montessori femminista impegnata nel campo sociale.
Oggi siamo in grado di percepire lo scarto che c’è tra l’immagine della pedagogista di grandezza internazionale e il suo ruolo fortemente innovativo di donna nuova.
In quell’intreccio di politica sociale, di scienza, di medicina e di… femminismo vanno poste le radici del suo metodo pedagogico i cui cardini sono l’educazione alla libertà.
Maria Montessori nel suo itinerario professionale trattò argomenti specialistici, ma non rinunciò alla divulgazione, all’autobiografia, alla denuncia sociale alla base della sua scoperta del valore dell’infanzia. Utilizzò i linguaggi dell’economia, della politica, della religione ecc. e su questi linguaggi poggiò lo stile della sua pedagogia per cui del suo metodo, potè parlare in Usa, in Olanda, in India e tante altre parti del mondo. Un po’ meno in Italia dove contavano solo le scelte del potere. Grazie a certe sue intuizioni fu applaudita conferenziera nel dibattito internazionale sul femminismo e contribuì alla preparazione di un nuovo ruolo femminile.
Affrontò i problemi della delinquenza e della miseria sociale. I risultati delle sue intuizioni pedagogiche furono senz’altro il frutto della rete di rapporti instaurati nell’ambiente scientifico, politico e sociale in cui si iniziava a verificare il ruolo della donna nuova.
I suoi legami con quel mondo, l’impegno del femminismo internazionale, l’attività sociale, l’adesione alla rete della solidarietà femminile, il dialogo con il modernismo ecc. furono le chiavi di volta del suo percorso intellettuale. Da qui l’esaltazione della presenza della donna nelle varie forme di assistenza sanitaria e sociale e del movimento femminista proposto come soggetto attivo del processo di modernizzazione.
Per questo Maria Montessori ancora oggi è attuale e non solo nel campo della pedagogia e della scuola. Fu portatrice di idee nuove, certamente rivoluzionarie se solo pensiamo ai tempi, i primi decenni de Novecento, in cui ebbe intuizioni fino ad allora ritenute scandalose e che la videro in primo piano nelle lotte per il riscatto delle masse dei deboli, dei poveri e degli indifesi.
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