150 anni fa, il 31 agosto 1870 a Chiaravalle (Ancona) da una famiglia borghese, nasceva Maria Montessori, pedagogista insigne il cui metodo oggi è seguito in tutto il mondo.
A Roma, dove si trasferisce ben presto, viene spinta dai genitori, per la sua ostinata richiesta di studiare, in un’epoca in cui le donne dovevano imparare solo l’attività domestica, ingegneria che però abbandona per laurearsi, nel 1896, in medicina e chirurgia.
Oltre a risultare la prima donna medico in Italia, da quel momento si dedica ai bambini disabili dai quali capisce ben presto che il metodo di insegnamento usato per quegli sfortunati ragazzi è tutto da rivedere cosicché, dopo anni di studi e osservazioni, elabora un suo metodo centrato sul fatto che, se i bambini hanno fasi di apprendimento differenziati, è indispensabile differenziare gli apprendimenti e tararli sulle reali possibilità del bambino.
Considerati i tempi, i livelli di scolarizzazione e la didattica usata, basata per lo più, secondo canoni medievali, sulla memorizzazione razionale e cerebrale dei concetti, ma anche sull’oppressione e le punizioni corporali, Montessori sperimenta una nuovo modello di memorizzazione, trasmessa attraverso l’uso dei sensi e dunque attraverso il toccare e il manipolare gli oggetti.
Nel 1909 Montessori pubblica “Il Metodo della pedagogia scientifica”, l’atto di nascita della sua pedagogia, che la fa conoscer al mondo, piazzandola tra i più influenti pedagogisti del ‘900, mentre con Mussolini, la pedagogista avrà un rapporto difficile che la costringerà a lasciare l’Italia nel 1933 e a viaggiare in molti Paesi, dove diffonderà la sua teoria educativa. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino alla morte, avvenuta nel 1952, si è impegnata per l’affermazione del proprio metodo educativo che appunto oggi è universalmente riconosciuto e adottato in migliaia di scuole materne, elementari, medie e superiori in tutto il mondo.
E il presidente Mattarella, ricordando il 150° anniversario della nascita, non ha mancato di mettere in luce l’importanza che questa straordinaria donna italiana ha avuto nella ricerca pedagogica mondiale: “Esempi come quello di Maria Montessori esortano ad affrontare efficacemente le responsabilità di questo momento difficile. La sua umanità, i suoi studi, la sua coraggiosa esperienza di educatrice, hanno impresso un segno profondo nelle scienze pedagogiche e indicato orizzonti nuovi per la scuola, a beneficio di milioni di giovani in ogni parte del mondo, che hanno potuto e saputo accrescere in piena libertà la loro personalità. Proprio negli anni più duri del Novecento Maria Montessori è riuscita a infrangere antichi pregiudizi, dimostrando la irragionevolezza di metodi di insegnamento basati sull’autoritarismo e contrastando pratiche di emarginazione ai danni di chi era sofferente o veniva considerato diverso, aprendo la strada a un percorso di crescita dei bambini basato sulla piena espressione della loro creatività, nella formazione responsabile alla socialità”.
Il suo “metodo”, ha ancora ricordato il presidente, “ha varcato le frontiere e, nel suo nome, tantissime educatrici ed educatori, ragazze e ragazzi, hanno conferito alla scuola un valore di crescita nella conoscenza che, accanto al sapere letterario e scientifico, abbia lo sguardo rivolto allo sviluppo integrale della personalità degli alunni”. La vita di Maria Montessori, aggiunge il Capo dello Stato, “è stata anche simbolicamente una storia di libertà, di intelligenza, di creatività femminile. Sono tante le insegnanti, le educatrici, le operatrici scolastiche che continuano oggi a impegnarsi con la medesima passione”.