Raccontano le agenzie che alle sue prime battute, rispetto al dicastero affidatole da Renzi, abbia detto: “è un territorio complesso, che va certamente riformato. Abbiamo idee precise e forti. Renato Brunetta, uno dei miei predecessori, appena insediato se la prese subito con quelli che definì ‘impiegati fannulloni. Noi non faremo così, cominceremo dall’alto, dai dirigenti”.
E cosa ne farà dei dirigenti? “Ci deve essere una rotazione negli incarichi, e quindi mobilità. Ci sembra inaccettabile che tanti alti dirigenti restino fermi, bloccati nei loro prestigiosi incarichi per anni e anni, accumulando così potere su potere e disinteressandosi spesso del funzionamento della macchina. Se la macchina deve funzionare bene, deve cominciare funzionare da chi la guida”.
E sottolinea pure: “Le riforme vanno fatte con cura e cautela. C’è la piaga del precariato da risolvere, anche se so non ci sono risorse, tuttavia va combattuta. Tutta la sfida del governo è una responsabilità da fare tremare le vene ai polsi”.
Quando poi le chiedono qualche riflessione sull’incarico ricevuto, ammette: “Non me l’aspettavo, non pensavo tutto sarebbe avvenuto in questo modo. Avevo capito che nell’aria c’era qualcosa che mi riguardava, sapendo poi com’è fatto Renzi… però Matteo mi ha detto all’ultimo minuto che si trattava di questo ministero”.
Abito nero, all’ottavo mese di gravidanza, racconta di aver saputo dell’incarico mentre guardava il cartone di Peppa Pig insieme al figlio. Una cosa, dice, che “non capita tutti i giorni”.
Tuttavia ai giornalisti che la incalzano, Madia, sul fronte precari, risponde: “Le risorse sono poche”, ma “ci sarà attenzione e sensibilità rivolta a loro come lavoratori preziosi per la Pa”.
Critico sulla nomina di Madia il segretario della Lega, Matteo Salvini: “Ci presentano come novità un ministro incinta e pensano di avere risolto i problemi, fa nulla che quella donna in verità è amica dell’amica dell’amica, una donna chic che non ha i problemi della donne incinte delle periferie di Milano. Non penso che neppure sappia quanto costano i pannolini”.
Un ritratto che per certi versi anche Repubblica riprende, ricordando che fu voluta come capolista alle elezioni politiche del 2008 da Walter Veltroni con le prerogative del porcellum.
Ma non solo, scrive sempre Repubblica, Giovanna Madia sarebbe “espressione del più antico nepotismo” per via di una serie di parentele e amicizie tra le famiglie più influenti di Roma, mentre in parlamento è stata una delle 22 assenti del Pd che, non partecipando al voto sullo scudo fiscale proposto da Berlusconi, non fecero cadere il governo di centrodestra.
Ripresentata col porcellum anche alle elezioni del 2013, entra nella segreteria del partito dopo l’elezione a segretario di Renzi, e “ora viene addirittura catapultata da lui nel suo governo”. Secondo Odifreddi, che scrive la nota, qualcosa non funziona.
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