“Nonostante l’Italia abbia una buona legge sull’Hiv, è necessario un impegno maggiore per la tutela e la cura delle persone sieropositive”. “Negli ultimi dodici anni i servizi per le tossicodipendenze hanno potuto effettuare il test sulla sieropositività a un numero sempre minore di persone: tra il 2000 e il 2011, infatti, la percentuale di persone non testate è passata dal 60,8% al 69,5%. La stessa situazione di criticità è presente nelle carceri dove, di fatto, gli screening restano poco diffusi. Esistono poi numeri molto diversi sulla diffusione dei test sull’hiv nel nostro paese, quindi molte persone sieropositive sfuggono agli screening per lungo tempo e vengono curate tardivamente.
E poi, per quanto la ricerca scientifica abbia raggiunto dei risultati, è davvero importante che lo Stato investa sulle prevenzione, ma attraverso campagne di sensibilizzazione senza ipocrisie. Perché non si investe massivamente su campagne sull’importanza dell’uso del preservativo? Sono previsti per esempio dei programmi per la distribuzione dei preservativi nelle scuole medie superiori oppure dei corsi sugli stili di vita così necessari sia per prevenire le malattie che per mantenere la sostenibilità del nostro Servizio Sanitario Nazionale?”
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