In attesa della conferenza stampa di Mario Draghi sui temi della scuola, riportiamo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio in occasione della conferenza del G20.
Tra i temi particolarmente rilevanti affrontati nell’incontro quello relativo ai vaccini. Il presidente cita uno studio scientifico secondo il quale le fake news riducano di 6 punti percentuali la probabilità che un individuo si vaccini e chiede ai Governi un maggiore impegno contro la disinformazione in materia di vaccini.
Quindi il paradosso: mentre nei Paesi ricchi la popolazione riceve i vaccini gratuitamente e qualcuno si permette di rifiutare la somministrazione, nei Paesi poveri si vive il dramma della mancanza di vaccini. “Nel mondo sono state somministrate più di 5,7 miliardi di dosi, ma solo 2% di queste sono arrivate in Africa,” chiarisce, amaramente, il Presidente.
Di non minore importanza il tema del riscaldamento globale. “I Paesi del G20 sono responsabili per il 75% delle emissioni globali – avverte Mario Draghi -. Tutti insieme, dobbiamo guidare gli sforzi per ridurle e per accelerare la transizione energetica”.
E ancora: “Se non agiamo, la crisi climatica non svanirà – anzi, peggiorerà.
Le generazioni future ci giudicheranno a seconda della rapidità e dalla convinzione con cui sapremo rispondere a questa emergenza”.
Quanto alla disuguaglianza di genere, il Presidente Draghi: “Oggi, solo il 25% dei parlamentari al mondo è donna. Questo numero è cresciuto in modo costante negli ultimi anni, ma rimane troppo basso”.
È un grande piacere intervenire oggi al settimo Vertice dei Presidenti dei Parlamenti del G20.
Vorrei ringraziare il Presidente Casellati, il Presidente Fico e il Presidente Pacheco per la loro ospitalità e per aver organizzato quest’incontro.
Nella storia, i Parlamenti sono stati motore di sviluppo economico e civile.
Avete vigilato sull’operato dei Governi e indirizzato lo scontro politico verso soluzioni costruttive.
Avete mediato tra gli interessi di diversi gruppi – lavoratori e imprenditori, giovani e anziani.
Avete raggiunto compromessi difficili – tra libertà e sicurezza, profitto e solidarietà.
Vi siete battuti per il progresso delle nostre società e avete difeso lo Stato di diritto e le libertà fondamentali.
Dobbiamo essere grati ai Parlamenti per ciò che hanno fatto – e per quello che continuano a fare.
Il vostro ruolo trascende i confini nazionali.
Siete un ponte tra Paesi e promuovete dialogo e cooperazione anche in momenti di conflitto.
La prima organizzazione politica multilaterale della storia moderna è stata un’alleanza tra Parlamenti – l’Unione Interparlamentare.
I suoi fondatori e alcune tra le sue figure guida hanno vinto otto Premi Nobel per la Pace grazie al loro contributo decisivo alla risoluzione di dispute internazionali.
L’IPU è stato uno strenuo difensore della pace e della sicurezza nel mondo, un precursore della Società delle Nazioni e delle Nazioni Unite.
Ancora oggi lavora per creare occasioni di incontro tra parlamentari e permette loro di lavorare insieme su argomenti di interesse internazionale, dai diritti umani all’istruzione.
Anche in presenza di divisioni profonde, i Parlamenti si adoperano per tenere aperto il dialogo tra Paesi.
Lo fate su base bilaterale, con assemblee multilaterali, e attraverso incontri frequenti dei Presidenti dei Parlamenti.
Collaborate per trovare soluzioni comuni ai problemi globali.
Penso alla necessità di garantire una ripresa economia forte ed equa dopo la pandemia;
Alla lotta al cambiamento climatico;
E all’impegno per il miglioramento della condizione femminile.
La pandemia è finalmente sotto controllo in molte parti del mondo grazie a campagne di vaccinazione efficaci.
Ma il Covid-19 continua a colpire duramente molti Paesi.
A fine settembre, si contavano più di 50.000 morti al giorno, nonostante l’enorme aumento della produzione di vaccini.
Un numero così alto di morti è semplicemente inaccettabile.
Abbiamo davanti due problemi.
Nei Paesi ricchi, le dosi di vaccino sono ampiamente disponibili, ma una minoranza dei nostri concittadini rifiuta di vaccinarsi, o esita a farlo.
Questo comportamento è spesso dovuto alla paura che i vaccini non siano sicuri o efficaci, nonostante l’evidenza scientifica dimostri il contrario.
Nei Paesi a basso reddito, invece, la disponibilità di vaccini è ancora limitata, anche per problemi di logistica.
Nel mondo sono state somministrate più di 5,7 miliardi di dosi, ma solo 2% di queste sono arrivate in Africa.
I Parlamenti possono fare molto per sostenere lo sforzo globale di vaccinazione.
Potete adottare provvedimenti che rafforzino i meccanismi di trasparenza nella distribuzione dei vaccini e che impediscano lo spreco di soldi pubblici nella sanità.
Potete inoltre sostenere i Governi nel loro impegno contro la disinformazione in materia di vaccini.
Uno studio recente di Nature ha mostrato come la lettura di notizie false riduca la probabilità che un individuo si vaccini “sicuramente” contro il Covid-19 di più di 6 punti percentuali.
Il Parlamento Europeo ha compiuto molti passi concreti per sfatare i miti sui vaccini e ha fornito linee guida utili per identificare le notizie false sulle piattaforme digitali.
Il messaggio ai nostri concittadini deve essere molto chiaro.
I vaccini sono sicuri.
I vaccini salvano vite.
I Parlamenti hanno un ruolo molto importante nel favorire una ripresa equa e sostenibile.
L’OCSE prevede che l’economia globale crescerà del 5,7% quest’anno e del 4,5% nel 2022.
La ripresa è tuttavia ancora fragile e disomogenea, anche a causa della diversa intensità nelle risposte di politica economica alla crisi.
Le economie avanzate sono state in grado di stimolare la crescita attraverso misure di politica monetaria e di bilancio molto robuste.
I Paesi poveri e quelli emergenti hanno avuto meno margini per aiutare il proprio tessuto produttivo.
Questa divergenza economica rischia di cancellare anni di progressi nella lotta contro la povertà e le diseguaglianze globali.
I Parlamenti possono fare la loro parte, promuovendo provvedimenti che rilancino gli investimenti, rimuovano ostacoli alla crescita e aiutino economicamente i Paesi più fragili.
Dobbiamo impegnarci, tutti insieme, per una ripresa dell’economia globale sostenuta, durevole, e che non lasci indietro nessuno.
I Parlamenti sono anche al centro della risposta globale ai cambiamenti climatici.
Tra le vostre prerogative c’è quella di recepire nella legislazione nazionale gli accordi internazionali.
Potete contribuire ad assicurare una distribuzione dei fondi a sostegno delle politiche sul clima giusta ed efficace.
E vigilare in maniera attenta su ciò che i Governi fanno – o non fanno – per affrontare la crisi climatica.
I Paesi del G20 sono responsabili per il 75% delle emissioni globali.
Tutti insieme, dobbiamo guidare gli sforzi per ridurle e per accelerare la transizione energetica.
Voi Parlamenti dovete spingerci a mantenere l’impegno che abbiamo preso collettivamente per limitare l’aumento delle temperature entro un grado e mezzo sopra i livelli pre-industriali.
Se non agiamo, la crisi climatica non svanirà – anzi, peggiorerà.
Le generazioni future ci giudicheranno a seconda della rapidità e dalla convinzione con cui sapremo rispondere a questa emergenza.
Voglio infine sottolineare il ruolo che i Parlamenti possono avere nel combattere le diseguaglianze di genere.
Oggi, solo il 25% dei parlamentari al mondo è donna.
Questo numero è cresciuto in modo costante negli ultimi anni, ma rimane troppo basso.
Purtroppo, anche questi progressi possono essere facilmente cancellati.
La condizione femminile è una priorità della Presidenza italiana del G20.
Lo scorso agosto, abbiamo tenuto la prima Conferenza Ministeriale G20 sull’emancipazione femminile.
Sono soltanto primi passi, e i Parlamenti possono aiutarci in quest’impegno così importante.
Dovete continuare a tenere alta l’attenzione sui temi di genere e assicurarvi che le donne siano sempre al centro del processo legislativo.
E dovete continuare a fornire a bambine e giovani donne modelli positivi, per incoraggiarle a partecipare attivamente alla vita politica e parlamentare del futuro.
I membri del G20 hanno un obbligo morale non solo verso i propri cittadini, ma verso l’intera comunità internazionale.
Dobbiamo difendere i diritti delle donne ovunque, soprattutto nelle regioni dove sono minacciate.
Penso in particolare all’Afghanistan, dove le donne stanno perdendo i loro diritti e le loro libertà.
Dopo 20 anni in cui la presenza delle donne nella vita politica e parlamentare afghana era in miglioramento, oggi assistiamo a una loro inaccettabile esclusione.
Le sfide che abbiamo davanti richiedono un multilateralismo forte e pragmatico, che coinvolga Governi, Parlamenti, società civile.
Il Vertice dei capi di Stato e di Governo del G20 a Roma a fine ottobre rappresenta un’occasione unica per concordare risposte comuni ed efficaci.
Il nostro lavoro beneficerà moltissimo delle vostre discussioni.
Vi auguro un incontro proficuo e resto in attesa delle vostre conclusioni.
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