L’ex presidente del Consiglio Mario Draghi ha rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera dal palco del Tempo delle Donne 2024 in cui ha parlato, tra le varie cose, di scuola, fornendo la sua opinione in merito alle vacanze estive e al tempo pieno. Ecco cosa ha detto.
“In Italia dobbiamo rafforzare la rete di assistenza: gli asili nido in alcune parti del Paese sono fondamentali perché non ci sono proprio”, ha detto Draghi parlando di occupazione femminile e di pay gap. “Il fatto che la scuola non sia ancora a tempo pieno e che ci siano 3 mesi di vacanza non è di aiuto per le donne”, ha proseguito l’ex numero uno della Bce.
“Il messaggio da dare ai giovani è questo: ben venga la maggiore attenzione all’equilibrio vita-lavoro ma va usata per recuperare l’utopia”, ha aggiunto.
Da tempo è stata lanciata una petizione, da delle mamme influencer, proprio per abolire i tre lunghissimi mesi estivi di vacanza, modificando il calendario scolastico e creando più pause durante l’anno.
“Il calendario scolastico era stato studiato per consentire ai bambini di aiutare i genitori nei campi, va rimodulato. Siamo ancora fermi all’Ottocento e alla riforma agricola. Siamo il paese europeo con più giorni di frequenza scolastica ma siamo il Paese che chiude per più settimane consecutive la scuola“.
“Questo comporta una perdita di competenze enorme per i bambini, si parla di summer learning loss. A settembre assistiamo ad una ripresa lenta e a singhiozzo, si riprende a pieno ritmo circa due settimane dopo la riapertura. Chiediamo che le scuole restino aperte a giugno, a luglio con un’offerta formativa del terzo settore. Questo si porta dietro un ripensamento della didattica, che non può essere più statica, e dei luoghi dove fare scuola, una revisione dell’edilizia scolastica”.
“Questa chiusura prolungata accentua le differenze sociali: i figli delle classi agiate fanno viaggi di formazione, gli altri saranno parcheggiati a casa davanti la televisione o in strada. Il nostro è uno dei sistemi più stressanti del mondo, gli eccessivi carichi di lavoro concentrati nello stesso periodo di tempo, infatti, comportano effetti negativi non solo sul rendimento scolastico, ma anche sul benessere psicofisico”, così c’è scritto nella pagina della petizione.
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