La prima medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi 2024 per l’Italia è arrivata ieri, domenica 28 luglio, grazie al nuotatore Nicolò “Tete” Martinenghi, che l’ha conseguita nei 100 metri rana. Il campione, classe 1999, ha parlato più volte della sua esperienza, tra l’altro recente, a scuola.
Il giovane si è diplomato al liceo scientifico sportivo. Ecco le sue parole del 2023 a VareseNews in merito a questo indirizzo di studi: “Credo che in Italia questo genere di scuola, oggi, sia l’unica che consenta a un ragazzo di studiare con profitto e allo stesso tempo di allenarsi e gareggiare anche in contesti di alto livello. Senza una realtà simile avrei dovuto rinunciare a qualcosa, o alla carriera nel nuoto o al diploma. Penso che per un atleta sia importante avere questo genere di serenità, di poter vestire magari la maglia della Nazionale sapendo di trovare a scuola un programma che rispetta gli impegni e permette ugualmente di affrontare verifiche ed esami. Non bisogna mai buttarsi solo su un aspetto, o solo scolastico o solo sportivo”.
Le parole di chi dirige la scuola che ha frequentato
Ecco le parole, a Il Bustese, dei direttori della scuola paritaria che ha frequentato: “È passato un po’ di tempo dalla sua presenza in aula ma per noi Martinenghi resta uno dei ‘nostri’ ragazzi, con cui siamo rimasti legati. Siamo strafelici di questo trionfo a Parigi e non possiamo che ricordare come la sua caratteristica, fin dai tempi della scuola, fosse quella di compiere tanti sacrifici per ottenere i risultati desiderati. Si tratta di un’attitudine che gli ha permesso di coronare tanti sogni”.
Niccolò Martinenghi, la difficile routine a scuola
“È stato essenziale avere una struttura e degli insegnanti capaci di capire le mie esigenze di sportivo, senza però mai rinunciare a nulla nello studio – aveva spiegato all’epoca il nuotatore, come riporta Virgilio -. Qui ho vissuto gli anni più belli e spensierati, ma anche i più importanti per diventare quello che sono. Ho trovato gli amici veri, che porterò con me per tutta la vita, perché in aula si creano legami indissolubili”.
“La sveglia era puntata alle 5.30 perché un’ora dopo mi tuffavo in vasca ad allenarmi, quindi venivo a lezione e nel pomeriggio riprendevo con il nuoto. Era una faticaccia, ma l’ho sempre fatto volentieri, perché praticare sport è quello che ho sempre voluto”, questa la sua routine.
I campioni e la scuola
Di recente abbiamo parlato della carriera a scuola di alcuni campioni sportivi, come Jannik Sinner. Qual è il percorso scolastico del giovane altoatesino? Sinner, classe 2001, nato nella provincia di Bolzano, come riporta Skuola.net, ha 22 anni e non ha conseguito il diploma nella scuola pubblica. Lo sportivo ha frequentato l’istituto economico fino al quarto anno, scuola che ha abbandonato per i troppi impegni sportivi. Il tennista ha più volte espresso la volontà di finire gli studi.
Come ha raccontato il suo primo istruttore a Il Corriere della Sera “la sua vita era solo tennis e scuola, finché ha potuto coniugare studio e sport: poi ha dovuto dare la maturità di ragioneria da privatista a Bolzano. Non ha mai avuto una vera gioventù e ancora oggi si diverte con un giro in mountain bike, un’escursione in montagna. Ma esiste solo il tennis: la sua vita, il suo lavoro, la sua fissazione, il suo amore”.