In questi giorni di avvio dell’anno scolastico in molti regioni d’Italia, emerge con sempre più evidenza che sono tante le scuole che hanno interpretato, anche in maniera decisamente fantasiosa, le indicazioni ministeriali e governative riguardo alle misure anti Covid-19.
E così in tanti istituti, anche laddove è rispettato il metro di distanza tra le “rime buccali”, così come previsto dai protocolli del CTS, è richiesta la mascherina al banco.
Nella circolare emanata da un istituto superiore della provincia di Torino, ad esempio, si legge che il medico competente ritiene “opportuno che la mascherina venga correttamente indossata da studentesse e studenti (su naso e bocca) anche quando sono seduti al proprio posto durante le lezioni, dal momento che il distanziamento cautelativo risulta essere di due metri”.
In un istituto comprensivo della provincia di Milano vengono accettate anche le mascherine di comunità, non si potranno tenere materiali a scuola e gli zaini devono essere appesi alla sedia e non lasciati per terra. I giubbini dovranno essere riposti dentro ad un sacco tipo lavanderia. È vietato il passaggio di materiali tra i bambini.
In molti istituti si sono addirittura attrezzati con specifiche app per ordinare la merenda al bar, che per ragioni di sicurezza e per evitare assembramenti è chiuso.
In altri istituti invece non è possibile usufruire né del bar, né dei distributori automatici e quindi gli studenti devono provvedere alla merenda in autonomia.
Per gli spostamenti nei corridoi le scuole hanno previsto dei percorsi precisi. In un Liceo di Aosta viene chiaramente specificato che “negli spostamenti all’interno della scuola è necessario mantenere sempre la destra”.
In una scuola secondaria di primo grado della provincia di Treviso è stato chiesto alle famiglie di togliere tutte le copertine di plastica dei libri perché sulla plastica il virus sopravvive per più giorni.
In molte altre scuole chiedono invece le copertine di plastica perché è più facile sanificarle.
In una primaria della provincia di Verona gli alunni devono andare a scuola con vestiti usati solo per la scuola, quindi tornati a casa si devono cambiare e riporre i vestiti in un luogo sicuro per la “decontaminazione”.
In un istituto secondario di II grado della provincia di Livorno, nell’integrazione al DVR si legge “al fine di minimizzare possibili contagi per contatto, alla normale dotazione ginnica richiesta (indumenti sportivi, scarpe da ginnastica) dovrà aggiungersi il tappetino ginnico personale (preferibili quelli pieghevoli più facilmente trasportabili)”.
C’è chi infine si è spinto anche con indicazioni a dir poco fantasiose. “Non attaccare chewing gum sotto i banchi a tutela della salute del personale ATA” si legge nel protocollo di un istituto superiore della provincia di Monza Brianza.
Insomma, ce n’è per tutti i gusti!
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