Il Vecchio Continente, per via dell’ingresso climatico e prematuro nella stagione estiva, ha messo fine alle restrizioni finalizzate al contrasto epidemiologico da Sars-CoV-2, con riferimento alla fase endemica e alla temperature miti, eliminando di fatto l’utilizzo di mascherine negli edifici pubblici, sui mezzi di trasporto e nelle scuole. Le uniche realtà ad essere prudenti – all’opinione ed al discordo meramente pubblico il giudizio – sono al momento la vicina Austria, che fatica ad abbandonare le restrizioni pur concedendo l’abbandono della mascherina nelle aree pubbliche, mentre il Belpaese l’obbligo in oggetto verrà meno con la fine dell’anno scolastico. Ancora non figurano misure pubblicate, anche per l’avvento della stagione estiva, per il prossimo anno scolastico, e queste restano di fatto un’incognita per studenti, genitori e docenti, destinati, oltre che ad educare e fare didattica anche assicurare, come dei poliziotti, il rispetto delle norme sanitarie vigenti. Il mantenimento di tali misure restrittive ha fatto inoltre breccia nel cuore del dibattito politico attuale: la coalizione di Centro Destra sostiene che si tratti di una regola inutilmente punitiva, mentre le forze di Centro Sinistra si mantengono più prudenti. Nel mentre gli studenti del Vecchio Continente, a livello complessivo, si recano in classe sprovvisti di mascherina.
Facendo mero ed assoluto riferimento alla normativa sanitaria in circolazione nei paesi europei, emessa e veicolata attraverso l’emissione di indicazioni da seguire, quasi tutti i paesi hanno provveduto ad abbandonare, alcuni progressivamente ed altri senza mezzi termini, l’utilizzo delle restrizioni con cui gli studenti, si potrebbe dire tristemente, hanno convissuto per oltre due anni. Portando l’esempio della Francia, dal 16 maggio non persiste alcun obbligo per gli studenti in termini di mascherina, pur se raccomandata: difatti si tratta della rimozione dell’obbligatorietà di tale misura, ma la protezione delle vie aeree resta caldamente consigliata per non esporsi ad un elevato rischio di contrarre il virus Sars-CoV-2. L’obbligo suddetto risulta caduto anche nel Regno Unito e in Germania nel mese di marzo, mentre nella Confederazione Elvetica e in Belgio l’abbandono è avvenuto rispettivamente il 1 aprile e 7 marzo scorso, garantendo di fatto la primavera priva di restrizioni per gli studenti. Alcune realtà non hanno mai imposto dure restrizioni o le hanno eliminate bruscamente, come Olanda, Svezia e Danimarca, dove l’utilizzo delle mascherine non è applicato in alcun luogo.
L’Austria, che ha introdotto tra gennaio e febbraio l’obbligo vaccinale e sanzioni per i non immunizzati, è la realtà che ha mantenuto, assieme al Belpaese, le restrizioni più a lungo, nonostante il fervido e focoso dibattito tra le forze politiche. Per le scuole locali, a differenza di altri luoghi come supermercati, farmacie e mezzi del trasporto pubblico, non è previsto alcun obbligo di indossare mascherine, anche se tale premura resta caldamente consigliata dalle autorità sanitarie. Nel Belpaese la questione è al centro di un dibattito politico non indifferente: le forze d’opposizione sostengono che l’Italia è l’unico paese a mantenere codeste restrizioni, si accoda il Centro Destra, mentre le forze di Centro e Centro Sinistra sostengono che la premura non è mai troppa, in vista di future ondate. Il caldo prematuro e l’esasperazione di docenti e studenti di certo son fattori che non premono per un mantenimento delle attuali restrizioni. Il Ministero dell’Istruzione ha comunque assicurato che in vista del termine dell’anno scolastico corrente l’utilizzo della mascherina diverrà volontario e non più soggetto ad obblighi alcuni.
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