Come annunciato dalla circolare ministeriale del 26 agosto del Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali, a firma del Capo dipartimento, Giovanna Boda, anche nelle scuole paritarie stanno per essere consegnate a cura della Protezione civile, mascherine e sussidi per gli studenti.
E’ questo un positivo traguardo nel faticoso cammino del pieno riconoscimento del “diritto all’istruzione” per tutti come riconosciuto dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo e numerosi documenti internazionali e accordi UE che vedono l’Italia fra gli Stati firmatari.
In questi 170 giorni di lockdown, come ha scritto Suor Anna Monia Alfieri “la costanza di centinaia di migliaia di cittadini ha ottenuto notevoli risultati”.
Innanzitutto il riconoscimento ufficiale della qualità di “servizio pubblico” che le scuole paritarie svolgono nel rispetto della legge n.62/2000.
In questi vent’anni tante battaglie sono state intraprese e solo ora si vedono i primi segnali di attenzione, a garanzia del diritto costituzionale della libertà di scelta educativa, di cui sono titolari i genitori.
Sono caduti i veli dei segreti e adesso tutti sanno che un bambino costa allo Stato 8.500 euro l’anno, mentre con 5.500 euro i genitori potrebbero scegliere fra una scuola pubblica statale o paritaria.
La proposta del costo standard per studente comincia a circolare anche nei corridoi delle segreterie dei partiti e i diversi schieramenti si rendono conto come in questa particolare emergenza la collaborazione tra le istituzioni del servizio scolastico è indispensabile e urgente e lo Stato ne avrebbe benefici e risparmi.
Le scuole paritarie in questa particolare emergenza hanno messo a disposizione aule e spazi adeguati agli alunni che non trovano posto nelle scuole statali e invece di affittare appartamenti e locali privati da adattare a scuola i Comuni potranno meglio valorizzare le risorse del territorio.
Dal meeting di Rimini le forze politiche intervenute hanno confermato la trasversalità e l’interazione tra le scuole statali e paritarie che insieme costituiscono il sistema scolastico nazionale a garanzia del diritto all’istruzione per tutti.
Adesso che è stata raggiunta questa prima tappa, e sono presenti tutti gli ingredienti nella trasversalità politica: Autonomia, Parità, libertà di scelta educativa, qualità, equità è necessario affermare “indietro non si torna !”.
I patti educativi sono la soluzione più intelligente e più economica per consentire a tutti gli studenti di ritornare in classe il 14 settembre e concretamente si potranno spostare una classe (allievi e docenti) dalla statale alla paritaria vicina il costo medio studente o il costo standard di sostenibilità per allievo.
Una seconda tappa dovrebbe portare alla stabilizzazione dei docenti precari che sono in classe da più di 5 anni impegnando tutti ad un aggiornamento didattico e professionale di qualità.
Sarebbe stato sufficiente modificare il coefficiente del numero alunni per classe da 26/27 e 22/20 già nella fase di composizione dell’organico e già adesso le scuole avrebbero un organico di base funzionale e operativo.
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