Fantasia senza freni o dabbenaggine gladiatoria, nel senso della pugna con l’idiozia?
Non lo sapremo mai, né mai capiremo, ahimè, perché un docente possa ideare e dunque realizzare a scuola e nella sua classe, un’asta di schiavi, seppure finta, come avveniva già a partire dai primi del 1600, o giù di lì, e fino alla legge che ne vietò la razzia, il trasporto e la vendita di schiavi africani soprattutto.
Una pratica brutale e disumana, quella dell’asta degli schiavi nei mercati dell’America, ma anche in Europa, che però un insegnante di scuola elementare nello Stato Usa del Massachusetts ha voluto replicare, ma solo per finta, anche perché per davvero non poteva farlo, infischiandosene perfino dei suoi alunni di colore e di qualsiasi residuo di umanità.
E per questo è stato sospeso, anche perché non avrebbe approntato questa specie di teatrino una volta sola, tanto che il locale distretto scolastico li ha descritti come “sproporzionatamente traumatici per gli studenti di colore”: si divertiva insomma a drammatizzare un vero dramma, sulla pelle dei suoi alunni neri.
La pièce era così organizzata, come riferiscono le agenzie: due alunni di colore, spronati a prestarsi alla messinscena, restavano in piedi di fronte alla classe mentre il docente e gli studenti ne discutevano le caratteristiche fisiche, fingendo di trattarne l’acquisto.
“Organizzare una finta asta di schiavi è inaccettabile e viola i valori fondamentali di questo distretto”, afferma una nota diffusa dal sovrintendente del distretto scolastico di Southborough, che è stato “teatro”, col teatrino, del controverso episodio.
Secondo la nota, “simulazioni e giochi di ruolo tese all’insegnamento di atrocità o traumi storici non sono appropriati, e questi non sono metodi di insegnamento cui fare ricorso”.
E ci mancherebbe altro…
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