Molto spesso si parla di dipendenze da social dei giovanissimi: a discuterne apertamente, al Giffoni Film Festival, è stato l’attore 27enne Massimiliano Caiazzo, star della serie seguita dalla generazione Z “Mare Fuori“. Ecco cosa ha detto e perché le sue parole sono una buona occasione per riflettere su questa piaga.
“Mi capita a volte di essere risucchiato dai social perché sono strategicamente costruiti affinchè accada questo. Mi sono dovuto cancellare da TikTok perché mi rendevo conto di volerci stare cinque minuti e poi invece ci passavo un’ora. Mi rendevo conto di essere meno produttivo, è un po’ l’effetto che fa il gioco delle slot machine. Però non li demonizzo, i social esistono, bisogna solo capire come utilizzarli nel modo migliore”, ha detto, come riporta Il Fatto Quotidiano.
Si tratta proprio di quello che succede ai nostri studenti? Lo studio ‘Alfabetizzazione mediatica e digitale a tutela dei minori: comportamenti, opportunità e paure dei navigatori under 16′, promosso dal ministero delle Imprese e del Made in Italy con l’Alta Scuola in Media, comunicazione e spettacolo dell’Università Cattolica, di cui abbiamo parlato lo scorso febbraio, ha rilevato che quasi tutti i minori tra gli 8 e i 16 anni trascorrono online da una a tre ore al giorno, uno su cinque oltre le quattro ore, utilizzando diversi strumenti tra cui social network.
A proposito di rischi, ricordiamo che recentemente una ricerca commissionata dalla Presidenza del Consiglio ha fatto emergere che il danno prodotto dai social media e dal mondo virtuale sui giovani in età scolastica è accertato. Perché attraverso le interazioni intercettate ogni giorno su smartphone e device vari collegati alla Rete, i ragazzi si imbattono in messaggi dannosi, che mostrano modelli di bellezza irrealisticamente perfetti e contribuiscono a minare autostima e benessere mentale e fisico.
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