“Cosa pensa di fare, il ministro Valditara, nel caso in cui ci fossero cinque bambini italiani e 15 stranieri? Non facciamo la classe? Questi bambini non li mandiamo a scuola?”. A chiederlo, in modo provocatorio, è stata Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, commentando la proposta del vicepremier Matteo Salvini e del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che vorrebbero classi con la maggioranza degli alunni italiani. Intervenuta a L’Aria che tira, su La7, la dem ha detto che “pensare ad un numero massimo di bambine e bambini stranieri nelle classi è un’idea che ci rimanda indietro di almeno cinquant’anni, a una scuola-ghetto inconcepibile, oltre che inapplicabile”.
Secondo l’on. Boldrini “ammesso che ci sia un problema linguistico, si prevedano ore extra di supporto linguistico” (questo è l’unico punto dove appare possibile una condivisione di idee tra centro-sinistra e centro-destra ndr), mentre “la proposta del ministro Valditara è davvero fuori dal mondo”.
La parlamentare Pd mette all’indice anche “la polemica sulla scuola di Pioltello che, sulla base dell’autonomia prevista dalla legge, ha scelto di chiudere in occasione della fine del Ramadan perché tantissimi bambini non sarebbero andati a scuola. Un giorno che, per altro, sarà recuperato. Su cosa si basa questa polemica? Sull’idea che ci sia una religione superiore alle altre?”.
Boldrini ricorda cosa “dice la nostra Costituzione: tutte le religioni hanno la stessa dignità e ognuno ha il diritto di praticare quella che preferisce. Vedere questa come una minaccia significa non capire che dalla convivenza delle differenze abbiamo tutti da guadagnare“.
Anche il sindaco di Firenze Dario Nardella è in totale disaccordo con linea presa dal Governo sul crescente numero di alunni stranieri: intervenendo Metropolis su Repubblica Tv, il primo cittadino del capoluogo toscano, ha ricordato, come evidenziato anche dalla Tecnica della Scuola, che “a Prato ci sono classi dove ci sono il 30-40% di bambini” di origini cinesi “ma che parlano italiano. Allora facciamo una specie di deportazione di bambini cinesi nelle scuole di altre province…”, ha detto polemizzando con ironia rivolgendosi al vicepremier Matteo Salvini che ha proposto un tetto del 20% per i ragazzi di origine straniera nelle classi.
“La scuola è aperta a tutti – ha aggiunto Nardella-. Siamo vicini anche all’incostituzionalità. Se per avere una società inclusiva non partiamo proprio dalla scuola da dove dobbiamo partire? Se vogliamo che gli stranieri, gli immigrati, siano pienamente parte della società invece di dire ‘dovete andare a scuola’ si dà un messaggio discriminatorio”. Secondo Nardella si tratta di uno degli “argomenti di distrazione di massa” del governo Meloni.
Tra le tante reazioni negative prodotte dai partiti d’opposizione, segnaliamo quella di Fabrizio Benzoni, deputato di Azione: “La proposta di Salvini e Valditara sulle quote stranieri nelle classi – ha detto Benzoni – non solo è profondamente anacronistica, ma dimostra anche una mancata conoscenza del mondo della scuola”.
Secondo il parlamentare di Azione, piuttosto, “la Scuola dovrebbe essere il primo punto di riferimento per un lavoro di integrazione che il nostro Paese deve fare. L’Italia che verrà è un’Italia plurale: o si guarda a questo senza ideologie, o siamo spacciati”.
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