Quello del filosofo Massimo Cacciari, nelle pagine de La Stampa, è praticamente un grido d’allarme e d’aiuto rivolto al neo ministro della Cultura Alessandro Giuli. Secondo Cacciari ci vuole una rivoluzione culturale in Italia, e per attuarla bisogna partire dalla scuola.
“Caro Ministro, mi auguro che il suo ministero possa segnare un punto di svolta nel dibattito intorno alle politiche culturali”, ha esordito il filosofo. “Caro ministro, so che non è il suo campo, ma una battaglia davvero comune per tutti coloro che pensano criticamente è oggi, non solo temo in Italia, urgentissima. Parlare di culture politiche prima che di politica della scuola e della formazione è puro non-senso”.
Ecco la richiesta: “Aiuti a liberare la politica scolastica italiana dai lacci e lacciuoli che la soffocano! Un grido di dolore si leva dai suoi insegnanti più capaci. Adempimenti burocratici di ogni tipo, formulari, schede, ciarpame metodologistico e pseudo-tecnico soffocano l’autentica didattica. Quella fondata su contenuti reali, autori, testi. Domina il ‘soft skill metacognitivo’, l’addestramento a imparare piuttosto che il duro confronto con le cose da imparare”.
“Metodologismo, pedagogismo, retorica sul digitale, campionari dolciastri di politically correct, il tutto mescolato al solito perverso ideale che subordina la formazione al mercato, dominano la politica scolastica da decenni, e sempre peggio, in mano a oscure potenze ministeriali”, ha concluso.
Come sappiamo la scorsa settimana il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano si è dimesso dopo lo scandalo che lo ha coinvolto insieme alla sua consulente “fantasma”. Al suo posto è stato subito nominato Alessandro Giuli, giornalista e Presidente della Fondazione MAXXI.
Fin da subito la sua nomina ha attirato molte critiche. La prima riguarda le sue idee politiche: secondo Open Giuli in passato ha militato nel movimento di estrema destra Meridiano Zero.
La seconda riguarda il suo titolo di studio. Giuli, infatti, non è laureato: il neoministro si è diplomato al liceo classico e poi si è iscritto alla facoltà di Filosofia. Come riporta Ansa Giuli avrebbe terminato l’intero ciclo di studi, ma non avrebbe compiuto il passo finale, ossia la discussione della tesi.
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