Attualità

Massimo Recalcati e l’enigma indecifrabile dell’adolescenza

In quanti oserebbero oggi sostenere che dialogo ed empatia non sono le strade maestre per entrare in relazioni con i figli – se genitori – o con gli alunni, con gli adolescenti – se docenti educatori?

A tutti i professori, infatti, è certamente capitato di avere alunni in situazione di grave carenza affettiva: perché, ad esempio, abbandonati alla nascita, in casa famiglia o in affido temporaneo, nel migliore dei casi adottati da una famiglia amorevole e affettuosa. Tuttavia, anche in quest’ultimo caso, si tratta spesso di ragazzi abitati dal perenne tormento di non sapere nulla delle proprie origini e di volerle conoscere a tutti i costi. I docenti cercano di capire, di entrare in empatia, di dialogare con questi ragazzi. Encomiabile, direte.

No all’empatia, sì al riconoscimento dell’alterità

Eppure, no. Nel libro che presentiamo questa settimana nella nostra rubrica Leggere lib(e)ri, Massimo Recalcati ci “delude”, ci indica l’esistenza di un’altra strada. Non quella della valorizzazione, spesso solo retorica, del dialogo e dell’empatia, , ma quella del riconoscimento che la vita di un figlio è innanzitutto una vita altra, straniera, distinta, differente, al limite, impossibile da comprendere.

Se estendiamo l’accezione della parole figlio a tutto l’arco adolescenziale, la cosa diventa più chiara: per quanto un docente possa sforzarsi di capire, di “entrare” nella vita di un alunno in difficoltà, l’enigma della sua sofferenza – non soltanto affettiva – rimarrà indecifrabile.

La presenza discreta dell’adulto

Recalcati, attraverso l’analisi di due figure di figli famosi – Edipo, e il figlio ritrovato della parabola evangelica di Luca – mette in primo piano il diritto dell’adolescente/ figlio a custodire un mistero, un segreto impenetrabile che deve essere rispettato.

Ma allora quale dev’essere il ruolo dell’adulto, padre, madre, insegnante, educatore? Ebbene, l’adulto non deve pretendere che il figlio, l’adolescente, riconosca come propri i suoi schemi, valori, punti di riferimento. Ma starà lì, sulla soglia, sempre presente, pronto a sostenerlo, a soccorrerlo, se necessario.

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Gabriele Ferrante

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