L’anno scolastico appena trascorso ci ha dimostrato che una scuola più moderna è possibile. Ma c’è ancora tanta strada da fare, nelle materie tecnico-scientifiche in primis, spesso indigeste ai nostri studenti. Lo certificano puntualmente i dati Invalsi, che mostrano come i nostri ragazzi hanno più carenze nelle competenze logico-matematiche rispetto a quelle linguistiche; il che li porta a scartare all’università le cosiddette discipline Stem, fondamentali per i lavori di domani. Si tratta di lacune che possono partire da una arretratezza degli strumenti di calcolo utilizzati e, di conseguenza, della metodologia di insegnamento.
Come emerge dallo ’Osservatorio sugli strumenti di calcolo’ realizzato da Skuola.net in collaborazione con Casio, anche al liceo scientifico la matematica si affronta ancora a “mani nude”: su un campione di 5 mila maturandi, circa 1 su 6 ha svolto l’ultima seconda prova scritta d’esame (quella del 2019) senza calcolatrice; in pratica lo stesso numero di quanti, al contrario, si sono dotati della calcolatrice grafica, lo strumento di calcolo più evoluto attualmente consentito (che in molti paesi europei è addirittura obbligatorio o raccomandato).
Pensare che, per invertire la rotta, basterebbe un semplice cambio di metodo, peraltro richiesto dagli stessi ragazzi.
Infatti, 9 su 10 tra quelli che hanno usato la calcolatrice grafica ne consiglierebbero l’uso ad un coetaneo, non tanto perché ha fatto lievitare il proprio voto d’esame quanto perché li ha resi più sicuri nello svolgimento della prova e ha permesso loro di concentrarsi sul ragionamento. Meno nozioni meccaniche e più spazio alle applicazioni della matematica: proprio l’approccio che sta cercando di incentivare “Il mondo dà i numeri”, un modello virtuoso nato dalla collaborazione tra Ministero dell’Istruzione e Casio nell’ambito del protocollo d’intesa siglato tra le parti nel 2015.
Un progetto che da cinque anni sta portando nelle scuole un pacchetto didattico completo, che mostra agli studenti come la matematica e la fisica facciano parte della nostra quotidianità e che con l’uso dei giusti supporti – su tutti la calcolatrice grafica – si possano imparare concetti complessi in modo stimolante e differente dal solito. Con un approccio concreto che si basa sul lavoro di gruppo, sull’esperienza di laboratorio, sul trasferimento circolare del sapere tra docenti e alunni. Un “aggiornamento di sistema” che sinora ha raggiunto oltre 400 istituti (291 scuole superiori e 120 scuole medie) e che nel 2020 – con la quinta edizione – si arricchisce ancora: gli ultimi bandi pubblicati dal ministero dell’Istruzione offrono l’ingresso de “Il mondo dà i numeri” ad altre 55 scuole, 40 superiori e 15 medie.
L’obiettivo dichiarato, come detto, è il superamento della didattica “tradizionale”, basata sulla classica lezione frontale. Per farlo, vengono ricreati ambienti di apprendimento collaborativi e mobili, orientati al problem solving (una delle principali competenze – assieme a quella digitale – che i ragazzi dovrebbero sviluppare durante il loro periodo di formazione scolastica). Utilizzando il ben più coinvolgente metodo investigativo: alle classi vengono proposti dei casi pratici, da risolvere grazie all’aiuto dell’intuizione e delle calcolatrici. Dei veri e propri cold case attraverso i quali applicare e apprendere i princìpi della cinematica, della termica, della dinamica. E così via.
I risultati delle prime quattro edizioni sono più che positivi. Il 67% dei docenti partecipanti dichiara di aver riscontrato dei miglioramenti nei livelli di apprendimento dei propri alunni; il 90% racconta di aver notato una maggior curiosità da parte dei ragazzi; mentre il 71% riporta di aver cambiato il proprio approccio alla didattica. Alla fine, osservando i dati di un sondaggio condotto tra i docenti che hanno aderito all’iniziativa negli anni passati, il ‘voto’ complessivo dato al progetto è di 8 su 10.
Questo perché la calcolatrice grafica è uno strumento che rispecchia il mondo di oggi: alle macchine vengono affidati i calcoli, all’uomo spetta il compito di risolvere i problemi e “istruire” i supporti tecnologici.
Le scuole che vogliono unirsi a questa sfida sono ancora in tempo. Attraverso i bandi che il Ministero propone insieme a Casio, esse potranno acquisire gratuitamente i kit, così composti: 11 calcolatrici grafiche (per le superiori) e 28 calcolatrici scientifiche (per le medie), accompagnate dal software emulatore per riprodurre le funzioni della calcolatrice sul PC; materiali didattici (predisposti da altri docenti); una guida con le tracce dei casi investigativi e, novità della quinta edizione, nuovi casi creati dalle scuole che già hanno sperimentato il modello.
A tutto ciò si aggiunge un programma di formazione per gli insegnanti (via webinar e gestito da altri docenti). Le candidature sono aperte: per partecipare le scuole dovranno presentare – dal 7 al 28 settembre – un progetto d’istituto che coinvolga più classi, redatto secondo le indicazioni contenute nei bandi del MIUR. La soluzione, per chi vuole proiettarsi nel futuro, potrebbe essere davvero a portata di mano.
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