Una ricercatrice bulgara ha condotto uno studio presentato all’Università di Bristol in cui asserisce che ogni materia dovrebbe essere studiata ad una fascia oraria adeguata.
Così, ad esempio, secondo la ricerca, la matematica è meglio studiarla al mattino, mentre la storia nel pomeriggio.
“Io sono un’economista, spiega al Corriere della sera Velichka Dimitrova, non una neuroscienziata. Ma il mio lavoro, basato sull’analisi dei risultati di un gruppo di studenti seguiti durante tutto il percorso liceale, dimostra che al mattino il nostro cervello svolge meglio compiti ripetitivi come la soluzione di problemi matematici che richiedono velocità e attenzione, mentre al pomeriggio rende di più in materie creative dove bisogna reinventarsi continuamente”.
Dimitrova, infatti, ha analizzato le pagelle di uno dei più antichi licei umanistici bulgari — l’Aprilov National High School — i cui studenti sono stati a lungo costretti, per ragioni di spazio, a doppi turni scolastici ripartiti su due quadrimestri, notando quindi “che i voti in matematica erano più alti del 7% quando la frequenza era al mattino; l’opposto per storia: più 6% quando i corsi erano al pomeriggio”.
La conclusione della ricerca suggerisce quindi, che il rendimento scolastico si può migliorare calibrando meglio l’orario delle materie, con lo studio delle materie più pesanti al mattino e quelle che richiedono più creatività che applicazione, nel pomeriggio.
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Tuttavia, questa conclusione dell’economista bulgara, non convince in molti, a cominciare da Claire Leconte, docente di psicologia dell’Educazione a Lille ed esperta di ritmi biologici: “l’orologio degli adolescenti è spostato avanti di un’ora, perciò la scuola non dovrebbe cominciare prima delle nove”. Certo, se i ragazzi sanno che possono svegliarsi dopo tendono anche ad andare a letto più tardi e così finisce che arrivano a scuola comunque stanchi.
Lo sa bene Raffaele Mantegazza, docente di Pedagogia alla Bicocca: “ogni ragazzo ha i suoi ritmi. E poi c’è chi è più portato per la matematica, chi per l’italiano o per la storia”. Mantegazza fa notare che “tutto dipende dall’insegnante. Anche la storia, se si riduce a puro nozionismo, diventa un peso, che sia di pomeriggio o al mattino”.
Dichiara di nuovo Leconte che “sia più utile l’alternanza: dopo due ore di matematica sarebbe bene che i ragazzi si rilassassero con una materia meno impegnativa. Quanto al pomeriggio, basta lavorare in maniera diversa da come si fa al mattino, magari in gruppo, facendo dei giochi matematici”.
Calibrare meglio gli orari scolastici non sarebbe una cattiva idea, anche se però alla base di tutto, c’è il metodo dell’insegnante, che deve veicolare il proprio messaggio nel modo più adeguato e coinvolgente possibile, a prescindere dalla fascia oraria.
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