Non migliorano le competenze in matematica e scienze dei nostri studenti 15enni. Anzi, sono in leggero calo. Confermando le difficoltà dei nostri alunni nell’apprendimento delle discipline scientifiche, in particolare della matematica, sempre più “bestia nera” per moltissimi allievi. A dirlo è l’Istat aggiornando gli indicatori dell’Agenda Onu 2030 sullo sviluppo, in occasione della conferenza nazionale di statistica.
Il 21% dei 15enni non è sufficiente nella lettura
In Italia, scrive l’istituto nazionale di statistica, “la quota di ragazzi 15enni che non raggiungono la sufficienza in lettura è del 21%”. E forse c’è poco da meravigliarsi se lo stesso Istat ha fatto sapere non molto tempo fa che in un anno intero ben 22 milioni di italiano non hanno avuto modo di leggere.
Ma peggiore, continua l’Istat, è il risultato complessivo nelle materie scientifiche, visto che chi non raggiunge risultati accettabili, quindi la sufficienza, “si attesta al 23,3% in matematica e scienze”, risultando “in leggero peggioramento rispetto ai tre anni precedenti”.
Sui dati, comunque, potrebbe pesare l’incremento di alunni stranieri nelle scuole superiori, oggetto di studio dei ricercatori, e il contemporaneo decremento dei giovani italiani.
Aumentano i laureati
In compenso, rileva sempre l’Istat, lo scorso anno “la quota di popolazione di 30-34 anni che ha completato l’istruzione terziaria”, ovvero si è laureata, ha raggiunto il 26,9%.
“Per la prima volta nell’ultimo biennio si arriva all’obiettivo nazionale previsto da Europa 2020”, commenta lo stesso istituto di statistica.
Rimangono tuttavia “ampie le differenze territoriali, con una maggiore incidenza di laureati al Nord e al Centro, e di genere. Per le donne la quota di 30-34enni laureate è del 34,1%, per gli uomini del 19,8%”.
Più universitari occupati in professioni tecnico-scientifiche
Inoltre, viene evidenziato, “la quota di persone con istruzione universitaria occupate in professioni tecnico-scientifiche è aumentata dall’11% al 17% tra il 2004 e il 2017”. Anche questo dato risulta incoraggiante, quindi. Ciononostante, avverte l’Istat, “ciononostante, l’Italia è terz’ultima nella graduatoria europea”.