Una storia di successo quella raccontata su Il Corriere della Sera. Una 31enne originaria di Matera ha vinto il più prestigioso premio per la matematica europeo, l’Ems prize, considerato l’anticamera della medaglia Fields, l’equivalente del Nobel per questa scienza dura.
La prof del liceo della 31enne le consigliò di fare le valigie perché “qui al Sud non c’è niente che faccia per te”. Lei seguì il consiglio e andò prima a Torino per la triennale, poi a Milano Bicocca per la magistrale. “Al liceo scientifico ormai la metà sono ragazze. E si prosegue così, più o meno alla pari, fino alla laurea magistrale. È con il dottorato che cambia tutto: l’incertezza di prospettive demoralizza soprattutto le donne. Dopo il Phd, c’è il post doc, poi un altro post doc, non si vede la fine. Se sei cresciuta pensando di studiare per poi trovarti un lavoro sicuro e mettere su famiglia, preferisci lasciar perdere”, ha dichiarato.
Ed ecco cosa pensavano i suoi genitori: “Mio padre mi diceva: ‘Perché non ti iscrivi a ingegneria meccanica? Con la matematica finisci a fare il prof precario alle medie’. Ma io ho tenuto duro. A me non interessava montare dei motori, volevo occuparmi della matematica perché mi veniva bene”.
Ed ecco poi un pensiero su come viene insegnata questa disciplina a scuola: “Uno dei limiti della matematica che si insegna a scuola è proprio quello di ridursi all’applicazione di questa o quella formuletta. Ma questo non ha niente a che vedere con il ragionamento matematico, così si deprime l’intuizione”.
Di recente sono emerse criticità nel livello di matematica degli studenti italiani grazie al Rapporto Invalsi 2024. Già a partire dal ciclo primario si evidenzia una considerevole differenza di opportunità di apprendimento in Matematica che si riverbera anche sui gradi scolastici successivi e interamente a svantaggio delle regioni meridionali.
La differenza tra le scuole e le classi delle scuole nelle varie aree territoriali del Paese è molto forte soprattutto al Sud in Matematica.
Alla secondaria purtroppo al Sud e Sud e Isole non si raggiunge facilmente il traguardo indicato: si passa dal 64% degli studenti al Nord al 39,5% al Sud in Matematica. I risultati fortemente eterogenei a danno del Mezzogiorno che si riscontrano in V primaria si acuiscono al termine del primo ciclo d’istruzione.
Ecco le parole, riportate da La Repubblica, del presidente Roberto Ricci, commento dei risultati più negativi conseguiti in matematica dagli studenti: “Liberiamoci dalla dittatura del valore medio, le soluzioni di crescita per i risultati più bassi non sono le stesse di quelle per i risultati più alti. Lo status dello studio matematico è allarmante: rischiamo di produrre cattivi ingegneri, medici, fisici, chimici, pedagogisti. Constatiamo, nonostante la molta cronaca nera che riguarda i giovanissimi, una riappacificazione dei giovani con l’istituzione scuola e una scuola che è stata capace di mantenerli in classe, ma che adesso deve porsi il problema dell’adeguatezza della sua attività”.
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