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Materiale scolastico e cancelleria, prezzi in rialzo in tutta Europa

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Riempire una cartella, specie per uno studente della scuola primaria, risulta per le famiglie sempre più esoso per via dell’aumento generalizzato dei prezzi delle materie prime e – occorre dirlo – per le politiche poco lungimiranti in materia di testi scolastici, i quali, sottoposti a revisione ed aggiornamenti continui circa i contenuti, il formato e la densità testuale. Si registrano rialzi che superano il +20 % in particolare per i testi, la cui adozione diviene sempre più complessa per le famiglie: la vecchia e consolidata pratica di rivendita privata dei testi spesso non è applicabile per via dell’adozione di nuove edizioni, cambio di titoli più che di contenuti.

Inoltre, il costo di matite, penne, carta, pennarelli per disegno è raddoppiato: gli inchiostri sintetici vedono una generale carenza di materiali – tipica di una buona parte delle Commodities in arrivo in Europa – dettata ahinoi dalla situazione assai tesa in Medio Oriente; le imbarcazioni mercantili son costrette a circumnavigare il continente africano, provocando una spesa in carburante (e relative emissioni) di oltre il +30 %. Anche a livello europeo, specie nel Regno Unito, si assistono ad aumenti incredibili: le famiglie spesso ottengono supporto limitato consistente in buoni per l’acquisto di libri di testo e cancelleria, ma non riescono a provvedere. Tendono a riaffollarsi le biblioteche (si parla di oltre il +15 % di frequentazione prevista da settembre).

Il ruolo dei libri di testo nell’aumento complessivo dei costi: il caso anglosassone

Tra il 2009-10 e il 2019-20, si è stimato che la spesa scolastica per studente in Inghilterra sia diminuita del 9% in termini reali. Nella Spending Review del 2019 e del 2021, il governo ha stanziato finanziamenti aggiuntivi per le scuole, spese aggiuntivi e libri da adottare e ha dichiarato esplicitamente che ciò avrebbe riportato la spesa per studente ai livelli del 2010 in termini reali entro la fine della legislatura nel 2024-25. Le pressioni sui costi inaspettatamente elevate sulle scuole indicano che il governo non è più sulla buona strada per raggiungere questo obiettivo. Molti fattori stanno attualmente agendo per aumentare i costi effettivi affrontati dalle scuole, tra cui gli aumenti degli stipendi degli insegnanti, della retribuzione del personale di supporto e dei prezzi di cibo ed energia.

Allo stesso tempo, la normale misura dell’inflazione a livello economico utilizzata per valutare i cambiamenti in termini reali nella spesa pubblica è diventata più volatile (e potenzialmente più inaffidabile) a seguito della pandemia. In una nuova ricerca, stimiamo i costi effettivi affrontati dalle scuole e si è concluso che stanno crescendo più dell’inflazione a livello economico. Nel 2022-23, la crescita dei costi scolastici sembra appena sostenibile nei piani di spesa del governo. Ma gli attuali piani di spesa per gli anni futuri saranno probabilmente insufficienti per soddisfare le pressioni sui costi che le scuole devono affrontare, con tagli impliciti in termini reali nel 2023-24. Entro il 2024-25, dopo aver tenuto conto dei costi specifici che le scuole devono affrontare, si è stimato di recente che la spesa scolastica per studente sarà ancora inferiore del 3% rispetto al 2010. Questa analisi è stata finanziata dalla Nuffield Foundation e fa parte di un programma di lavoro più ampio che esamina le tendenze e le sfide nella spesa per l’istruzione in diverse fasi. Pare inoltre che le scuole organizzino dei programmi di supporto per quelle famiglie che non sono in grado di provvedere a cancelleria e libri di testo, intaccando il loro già ristretto budget.

Il Back-To-School in Italia: aumenti sino ail +20 %

Per via dell’inflazione che colpisce le materie prime e la trasformazione – e vednita al dettaglio – i prezzi della cancelleria, dei materiale e dei libri di testo prevedono un aumento del +20 %. Alcune categorie hanno toccato aumenti ancora più elevati: astucci, zaini e borse in particolare. Gioca il ruolo non sono la mera inflazione, ma anche la ricerca smisurata di articoli di marca: astucci e zaini firmati da personaggi dello spettacolo e dei social hanno portato i prezzi a schizzare verso l’alto anche per articoli non considerati di marca.

Tutti questi aumenti si traducono in una spesa media per studente che può arrivare fino a 1.300 euro. Il calcolo è relativo al 2023, anno nel quale il costo degli stessi prodotti era più basso. Come sostiene QuiFinanza, Per quanto riguarda gli astucci a tre zip, il prezzo medio è passato da una fascia compresa tra 18 e 29 euro nel 2023, a una fascia tra 19,90 e 32 euro nel 2024. Si tratta di un aumento medio del +10,45%. Allo stesso modo, anche gli astucci portapenne hanno subito un aumento significativo: se nel 2023 si potevano acquistare tra 8 e 11 euro, nel 2024 i prezzi oscillano tra 9,90 e 13 euro, con un incremento medio del 20,53%. Infine, anche un astuccio a rotolo, la versione più economica degli astucci, presenta un prezzo medio di 12,90 euro, in aumento rispetto al passato. Molti gruppi familiari, inoltre, cercano di ricorrere il più possibile a vendita tra classi, scambio di articoli.