La crisi generale delle discipline tecnico-scientifiche, divenuta oramai propria di questo millennio, causa enormi difficoltà sia per una scuola incapace di arruolare personale specializzato nell’insegnamento di queste ultime, sia per un tessuto economico che ha fame, specie in un istante di trasformazione del concetto di produzione come quello attuale, di lavoratori specializzati di cui c’è sempre più carenza.
Il fine delle recenti iniziative promosse sia dal Ministero dell’Istruzione a guida Valditara sia dall’UE (consapevole di quanto la questione non sia oramai solo italiana bensì comunitaria) attraverso Gea-Edu è quello di portare sui banchi di scuola una didattica più trasversale, strutturata, organica ed innovativa per degli studenti interessati a specializzarsi ed approfondire le discipline di indirizzo per una maggiore capacità di applicazione nel mercato del lavoro contemporaneo.
Il continente europeo è posto dinanzi a due sfide secolari la cui vittoria può essere garantita grazie – e non solo – alle future generazioni ed alle relative competenze e conoscenze acquisite a scuola. La crisi energetica prima e climatica poi comporta delle riflessioni finalizzate al ridimensionamento dei concetti di produttività, merce, spazio e competenze trasversali. Il fine di Gea-Edu, in particolare per le discipline STEM, è quello di insistere sull’applicazione pratica e laboratoriale delle ultime attraverso investimenti e progetti dedicati. Questi, da vicino, debbono sempre mantenere l’ottica e l’approccio digitale e di transizione ecologica, obiettivi dell’Agenda europea (e globale) 2030.
L’iniziativa trova il plauso del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che ha partecipato alla presentazione dell’iniziativa, in occasione dell’evento di WITHUB, ha dichiarato che: “La preparazione richiesta ai tecnici del settore è sempre più raffinata perché il settore agroalimentare ha ormai un orientamento di sistema e non più di settore, con tutela del territorio”. Non solo. “Il processo sempre più automatizza e difesa biodiversità caratterizza sempre più il settore del futuro”. Per far sì che funzioni “serve la formazione dei giovani per rispondere alla transizione in atto”, e in tal senso “occorre rafforzare i partenariati formazione-lavoro”.
Per le materie tecnico-scientifiche, vale a dire quelle d’indirizzo con l’aggiunta delle arcinote “scienze integrate”, è previsto un processo di trasformazione e di cambio d’approccio complementare agli obiettivi strategici nazionali e continentali nel lungo periodo con riferimento ad una transizione ecologica (nuova concezione degli impianti energetici e stabilimenti produttivi) e digitale (nuove figure chiave anche a scuola per una didattica più interattiva ed avanzata).
La necessità, oltre a derivare dalle esigenze di una generazione sempre più avanzata, fa fede alla richiesta di personale tecnico sempre più preciso e specializzato, in grado di utilizzare macchinari ed impianti anche molto sofisticati, sempre più digitali ed a minor impatto ambientale. L’iniziativa trova approvazione anche in seno alle istituzioni europee, interessate ad incontrare le esigenze professionali dei rispettivi tessuti economici in relazione a quanto la scuola possa offrire con la dovuta (ed applicabile) innovazione tra i banchi.
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