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Mattarella a Napoli per gli 800 anni della Federico II: “La paura distrugge, soltanto la cultura costruisce”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato oggi, 13 novembre, in visita a Napoli in occasione delle celebrazioni per gli 800 anni dell’ateneo Federico II. Nel suo discorso, come riportano i vari media tra cui La Repubblica e Ansa, c’è stato spazio per parole che hanno richiamato all’importanza della cultura e della pace.

“L’Europa non è uno spazio geografico soltanto, e non solo un ambito di auspicabile collaborazione fra gli Stati. E’ di più, è cultura comune, valori, campi di consonanza ideale, di principi di libertà, diritto, di rispetto di ogni singola persona. E’ quello che ha consentito lo straordinario fenomeno di integrazione, di promessa di pace. In questa stagione, in cui le guerre riprendono a insanguinare l’Europa e non solo ricordare questi valori è particolarmente importante. La paura non costruisce ma distrugge, soltanto la cultura costruisce”, ha detto il Capo dello Stato.

Nella storica Aula Magna, all’ingresso del presidente Mattarella, l’inno nazionale è stato cantato da Andrea Bocelli, mentre l’Inno alla Gioia è stato eseguito da cinque musicisti della Nuova Orchestra Scarlatti. Tra i presenti, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

Mattarella a Scampia

Dopo la visita all’ateneo il presidente ha visitato il celebre quartiere degradato Scampia. “Cosa vuole Scampia presidente? Tutto” è lo striscione che il Comitato Vele ha esposto davanti all’università delle professioni mediche. “Non posso che sottolineare, anche qui, quanto sia importante il segnale che viene trasmesso, il ruolo che, al di là dell’immenso valore sanitario e accademico che riveste questa sede universitaria, avrà come irradiazione di positività dal punto di vista sociale” – ha detto il presidente – Rivolgo l’augurio più intenso ai docenti, al personale, agli studenti e alle studentesse di questo insediamento universitario, lanciato tra l’altro su prospettive e percorsi di grande innovazione. L’Rna è stato la base dei premi Nobel di Medicina di quest’anno e quindi è particolarmente intenso il carattere di innovazione e la frontiera che vede indicato”.

“Scampia non è solo Gomorra. Scampia è anche questo”, queste le grida dai balconi di saluto al presidente. Mattarella si è fermato qualche secondo anche con Omero Benfenati, rappresentante del comitato vele che gli ha consegnato una lettera.

Napoli non è Gomorra

Di questo ha parlato la sorella di Giovanbattista Cutolo, musicista ucciso Napoli lo scorso agostoQuest’ultima, al funerale del fratello, si è scagliata contro chi imita personaggi negativi, che strizzano l’occhio alla criminalità, spesso proposti dalla musica o dalla televisione: “Napoli non è Gomorra, non è Mare Fuori, non è il Boss delle Cerimonie”, ha detto. Presenti alle esequie Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, i ministri dell’Interno Matteo Piantedosi e della Cultura Gennaro Sangiuliano, il vicepresidente della Camera Sergio Costa, l’ex sindaco di Napoli e oggi consigliere comunale Antonio Bassolino.

Anche il rapper napoletano 23enne Geolier, pseudonimo di Emanuele Palumbo, amato dai giovanissimi, ha detto la propria sulla tragica uccisione del musicista.

Il cantante si è sfogato su Instagram dando un messaggio importante a tutti i ragazzi che lo seguono: “Non è possibile morire a 24 anni, nella stagione più bella dell’anno, per un parcheggio. A 16 anni nessuno dovrebbe avere una pistola. Nei quartieri i ragazzi devono cambiare mentalità e scappare da tutto questo male. Voglio dirgli che uscire soltanto per divertirsi con gli amici non è da deboli, che andare a scuola non è da scemi, che portare dei fiori a una tipa che gli piace non è una vergogna”, ha esordito.

“Io sono sempre stato come voi, capisco ogni vostra paura e il vostro punto di vista, era anche il mio fino a poco tempo fa. Non guardiamo per terra, i piedi e l’asfalto, vi assicuro che non è difficile alzare la testa e guardare in alto, il cielo, le stelle, dove tutto è bello anche se sembra inarrivabile. Anche io sono cresciuto nel rione dove parlare in italiano era da scemi, andare a scuola era da deboli. Ma il mondo non è questo”.

Redazione

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