Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo aver sentito i Presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, che è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
“Ho firmato il decreto di scioglimento delle Camere – afferma Mattarella – affinchè vengano indette nuove elezioni entro il termine di settanta giorni indicato dalla Costituzione. Lo scioglimento anticipato del Parlamento è sempre l’ultima scelta da compiere, particolarmente se come in questo periodo, vi sono molti adempimenti da portare a compimento per il bene del nostro paese. La situazione politica che si è determinata ha portato a questa decisione. La discussione con cui ieri al Senato questo voto è stato espresso ha reso evidente il venir meno del sostegno parlamentare e l’assenza di prospettive per dar vita a una nuova maggioranza. Questa condizione ha reso Inevitabile lo scioglimento anticipato delle Camere. Il governo ha presentato le dimissioni. Ho ringraziato il presidente Draghi e i ministri per l’impegno in questi 18 mesi. Il governo incontra limitazioni nella sua attività. Il nuovo governo sarà determinato dal voto degli elettori. Il periodo che attraversiamo non consente pause per affrontare la crisi che stiamo subendo. L’inflazione crea difficoltà economiche alle imprese a alle famiglie. Importanza decisiva attuazione nei tempi concordati del PNRR cui sono condizionati i fondi europei di sostegno. La pandemia si presenta tuttora diffusa. Mi auguro che vi sia da parte di tutti un contributo costruttivo nell’interesse superiore dell’Italia”.
Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi va verso la fine del suo mandato. Di cosa potrà occuparsi nei suoi ultimi tre mesi di mandato? Di quelli che vengono definiti affari correnti.
Secondo il portale Openpolis.It, citato dal quotidiano La Repubblica, il governo potrà emanare decreti legge in quanto dettati da casi di necessità e urgenza ed esaminare i relativi disegni di conversione; esaminare i disegni di legge di ratifica dei trattati, i ddl di delegazione europea e della legge europea se si tratta di atti dovuti, in quanto adempimento ad obblighi internazionali o derivanti dall’appartenenza all’Ue. Non dovrà adottare nuovi regolamenti ministeriali o governativi, a meno che la legge o obblighi internazionali non impongano altrimenti, oppure che siano necessari per l’operatività della pubblica amministrazione o per l’attuazione di riforme già approvate dal parlamento.
L’esperto Marco Campione, intervistato dal direttore della Tecnica della Scuola, Alessandro Giuliani, su questo argomento sottolinea: “Quella degli affari correnti è una prassi, ed è una prassi cosa si intenda per affari correnti e cosa no. Insomma, che cosa è di volta in volta affari correnti lo decide il Governo in carica, in accordo con il presidente della Repubblica. Ed è sempre prassi che il presidente del Consiglio faccia un provvedimento, una sorta di lettera, con cui comunica ai suoi ministri di cosa potranno occuparsi e di cosa no”.
E conclude: “Evidentemente, è intuitivo che le immissioni in ruolo sono affari correnti; ma ragionevolmente saranno affari correnti anche tutte le questioni legate al Pnrr”.
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