«C’è un’affermazione frequente: il Presidente della Repubblica sarebbe come un arbitro. Voi avete presente le partite di calcio: quando il gioco si svolge regolarmente, senza falli e senza irregolarità, l’arbitro neppure si nota, quasi non ci si accorge che sia in campo, interviene soltanto per regolare quando le cose non vanno»: lo ha spiegato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rispondendo alle domande di alcuni studenti di scuole medie ricevute al Quirinale insieme al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.
«La gran parte delle decisioni che riguardano la nostra vita sono le leggi. Decise da Parlamento e Governo. Io contribuisco in maniera molto limitata, verificando che non siano contrastanti con la Costituzione. Però il mio lavoro è quello di seguire tutto il processo perché il “sistema Italia” si svolga in maniera sempre migliore, in maniera funzionale, efficiente, perché la vita del nostro Paese scorra in maniera ordinata e sempre migliore».
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«La vita al Quirinale è piuttosto intensa. Vi sono alcune cose più visibili della mia attività che sono quelle “di rappresentanza”. Vengono spesso Capi di Stato stranieri in Italia e li ricevo qui al Quirinale; abbiamo dei colloqui in cui parliamo dei rapporti tra i nostri Paesi. Vi sono delle visite nei Paesi stranieri per affermare l’amicizia e la collaborazione del nostro Paese. Vi sono tante cerimonie che non sono formali e inutili, ma sono l’emblema della nostra vita comune. Quando vado all’altare della Patria a Roma per rendere omaggio al Milite Ignoto è un gesto che riguarda l’intera comunità nazionale. O quando ricevo qui al Quirinale gli ambasciatori stranieri che arrivano nel nostro Paese e si presentano è un’occasione formale: in quel momento rappresento tutto il nostro Paese che accoglie il rappresentante di un altro Stato. Vi sono molti momenti così, di rappresentanza. Poi vi è – ha precisato il capo dello Stato – un lavoro diverso. Non dipende da me, dai miei compiti, la gran parte delle decisioni che riguardano la nostra vita, le regole della nostra società, che sono le leggi. Le leggi sono decise dal Parlamento e dal Governo».
«Il mio sogno in questo momento è che il Paese cresca sempre di più, sia capace di vivere sentendosi in una vera comunità, sentendo tutti quanti che la nostra sorte è legata gli uni agli altri. Se il nostro Paese acquista sempre di più il senso di essere comunità, in cui ci si fa carico gli uni dei problemi degli altri e ci si aiuta a vicenda, diventa sempre di più un Paese felice, molto più prospero e molto più rispettato». Così il presidente Mattarella racconta agli studenti il suo «sogno» per l’Italia.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha parlato del suo ruolo da presidente incontrando al Quirinale, secondo quanto racconta Il Messaggero, alcuni studenti delle scuole secondarie di primo grado. Tra queste quelle di San Martino di Lupari (PD); Istituto Comprensivo Statale Don Lorenzo Milani di Vimercate (MB); Istituto Comprensivo «G. D’Annunzio» di Lanciano (CH); Istituto Comprensivo «V. Gemito» di Anacapri (NA); «G. Carducci» di Bagheria (PA); «C. Scianna» di Bagheria (PA); Istituto Comprensivo Giovanni Paolo II di Capo d’Orlando (ME); Istituto Comprensivo Statale «De Amicis» di Bolani (RC) e «L. Murialdo» di Foggia.
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