Sergio Mattarella ristabilisce i punti fermi della Liberazione dal nazifascismo e la celebra a Cuneo, nei luoghi bagnati dal sangue di duemila partigiani morti in battaglia e di duemilaseicento vittime delle stragi nazifasciste, nel 25 aprile che “è la Festa della identità italiana, ritrovata e rifondata dopo il fascismo”.
Costituzione “figlia della lotta antifascista”, nata “dove caddero i partigiani”, in quel “moto di popolo” che fu la Resistenza, “rivolta morale di patrioti” che permise una “nuova Italia” dopo l’abisso del fascismo.
Il discorso del presidente della Repubblica è chiaro, netto, preciso, senza ambiguità sfruttando due citazioni di Piero Calamandrei: la prima in apertura, sul sangue dei partigiani; la seconda in chiusura: “Ora e sempre Resistenza”.
Ha scelto Cuneo, da dove Duccio Galimberti il 26 aprile del 1943 chiamò alla Resistenza i suoi concittadini, per poi salire in montagna e combattere fino alla morte con i partigiani. Quelli furono “i patrioti”, scandisce il presidente, grazie ai quali fu possibile “la riconquista della Patria e la conferma dei valori della sua gente, dopo le ingannevoli parole d’ordine del fascismo: il mito del capo; un patriottismo contrapposto al patriottismo degli altri in spregio ai valori universali”.
E la Resistenza fu “moto di popolo”, con “i vecchi antifascisti”, i soldati che rifiutarono di mettersi sotto il comando degli occupanti, i giovani che “scoprivano la natura del fascismo”, gli operai delle fabbriche, i contadini e i montanari.
E la popolazione civile che li sosteneva.
Ecco allora che il 25 aprile “è la Festa della identità italiana, ritrovata e rifondata dopo il fascismo”.
Da lì è nata “una nuova idea di comunità, dopo il fallimento della precedente”, con la Repubblica “fondata sulla Costituzione, figlia della lotta antifascista”. Lì si trova “l’anima autentica della Nazione”, con la Carta si dà vita “a una nuova Italia”.
“Se mai avversari della libertà dovessero riaffacciarsi su queste strade troverebbero patrioti. Come vi è scritto: ‘Morti e vivi collo stesso impegno, popolo serrato intorno al monumento che si chiama ora e sempre Resistenza’”.
”Se volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione’: così Matterella ricordando le parole di Calamandrei .
A Cuneo, Nella terra delle 34 Medaglie d’oro al valor militare e dei 174 insigniti di Medaglia d’argento, delle 228 medaglie di bronzo per la Resistenza. La terra dei dodicimila partigiani, dei duemila caduti in combattimento e delle duemilaseicento vittime delle stragi nazifasciste’. È qui che la Repubblica celebra oggi le sue radici, celebra la Festa della Liberazione. Su queste montagne, in queste valli, ricche di virtù di patriottismo sin dal Risorgimento. In questa terra che espresse, con Luigi Einaudi, il primo Presidente dell’Italia rinnovata nella Repubblica’.
‘La Resistenza fu anzitutto rivolta morale di patrioti contro il fascismo per il riscatto nazionale”.
“Desidero sottolineare che onorano la Resistenza, e l’Italia che da essa è nata, quanti compiono il loro dovere favorendo la coesione sociale su cui si regge la nostra comunità nazionale. Onorano la Resistenza – ha sottolineato il Capo dello Stato – i medici e gli operatori sanitari che ogni giorno non si risparmiano per difendere la salute di tutti. Onorano la Resistenza le donne e gli uomini che con il loro lavoro e il loro spirito di iniziativa rendono competitiva e solida l’economia italiana. Onorano la Resistenza quanti non si sottraggono a concorrere alle spese pubbliche secondo la propria capacità contributiva. Il popolo del volontariato che spende parte del proprio tempo per aiutare chi ne ha bisogno. I tanti giovani che, nel rispetto degli altri, si impegnano per la difesa dell’ambiente. Tutti coloro che adempiono, con coscienza, al proprio dovere pensando al futuro delle nuove generazioni”.
”Morti e vivi collo stesso impegno, popolo serrato intorno al monumento che si chiama ora e sempre Resistenza”.
Numerosi cittadini hanno accolto Mattarella, scandendone il nome.
Tra questi una ragazza con la sciarpa del Palermo, squadra di cui è tifoso il presidente, che ha chiesto un autografo al presidente: Mattarella si è avvicinato e ha firmato la sciarpa.
Secondo il radar Swg, che ha studiato gli esiti delle ultime elezioni regionali, scomponendo le percentuali…
Intervista alla segretaria generale della Flc-Cgil, Gianna Fracassi, a margine di un presidio organizzato il…
Nei giorni scorsi, in una intervista rilasciata a La Stampa, il ministro della Cultura Alessandro…
Con questa mozione, il Collegio Docenti dell'Istituto Comprensivo Dante Alighieri di Cassano Magnago (Va) intende…
I sindacati della scuola che non scioperano il 29 novembre stanno dando un segnale di…
La sindacalista della Gilda Insegnanti Antonietta Toraldo, che si occupa nello specifico della parte contrattuale…