Attualità

Mattarella: “La vaccinazione è un dovere morale e civico”. E poi: “La scuola deve tornare alla normalità

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non ha dubbi: “La vaccinazione è un dovere morale e civico”.
Lo ha detto poche ore fa nel corso della tradizionale cerimonia del Ventaglio organizzata dall’associazione stampa romana al Quirinale.
Riferendosi alla scuola, il Presidente ha aggiunto: “La pandemia ha imposto grandi sacrifici in tanti ambiti. Ovunque gravi. Sottolineo quelli del mondo della scuola; ne abbiamo registrato danni culturali e umani, sofferenze psicologiche diffuse che impongono di reagire con prontezza e con determinazione”
Ed ha concluso: “Occorre tornare a una vita scolastica ordinata e colmare le lacune che si sono formate. Il regolare andamento del prossimo anno scolastico deve essere un’assoluta priorità”.

Ovviamente il Presidente non lo dice, ma forse vuol far intendere al Governo e al Parlamento che va trovata al più una soluzione anche per il problema delle vaccinazioni obbligatorie, tema sul quale però ogni decisione è stata sospesa in attesa che le forze politiche che compongono la maggioranza trovino un accordo.
Le parole di Mattarella sono state riprese quasi subito da Vittoria Casa (M5S), presidente della Commissione Cultura della Camera: “Le parole del Capo dello Stato richiamano tutti al senso del dovere. Due anni di pandemia hanno inciso profondamente sullo status formativo di milioni di ragazze e ragazzi. Esistono ormai indici oggettivi che quantificano il danno e si tratta di numeri più che allarmanti. Non abbiamo alcun diritto di ipotecare un terzo anno scolastico e – con esso – il futuro di un’intera generazione”.
“Il prossimo anno scolastico –
aggiunge Casa -deve assolutamente avere un regolare andamento e deve anzi servire a recuperare il terreno perduto. Il personale scolastico comprenda il suo ruolo decisivo, si immunizzi nella sua totalità e metta i nostri alunni nelle condizioni di formarsi regolarmente” conclude Vittoria Casa.

Peraltro va anche detto che – almeno in apparenza – da parte sindacale non ci sono preclusioni “a prescindere”, se si eccettua, per ora, un no piuttosto fermo della Gilda.
Per la Uil Scuola, l’ipotesi della vaccinazione obbligatoria si può realizzare solo attraverso una norma di legge.
Posizione simile aveva espresso la segreteria aggiunta di Cisl Scuola Ivana Barbacci nel corso dell’incontro organizzato dalla nostra testata.
E anche Flc-Cgil ha dato segnali di apertura: “Il ministro Bianchi ha comunicato che siamo oltre l’85% di personale vaccinato, una stima che potrebbe essere al ribasso se si tiene conto che è ferma all’interruzione della corsia preferenziale per le lavoratrici e i lavoratori della scuola e che tanto personale si è vaccinato successivamente. Dovrà essere lo Stato a valutare l’eventuale obbligo vaccinale se ritiene questa percentuale insufficiente, ma non si scambi l’obbligo con la soluzione di tutti i problemi”. 

Reginaldo Palermo

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