Scrivevo – ed è riscontrabile – nell’aprile del 2015: “Mi permetto di rivolgere un affettuoso invito al Presidente del Consiglio:
“Matteo, fermati un minuto! Solo un minuto! Leggi la poesia di Costantino Kavafis “Idi di Marzo”.
Sicuramente ne hai una copia in casa; la reperirai facilmente.
Leggila con tua moglie, che di Scuola ne sa un po’ di più di qualche esperto. Capirai, spero!”.
Testo poesia “Idi di marzo” di Costantino Kavafis
Le grandezze paventa,
anima. Le ambizioni, se vincerle non puoi,
secondale, ma sempre cautelosa, esitante.
Quanto più in alto sali,
tanto più scruta, e bada.
E quando all’acme sarai giunto, ormai,
Cesare, quando prenderai figura
d’uomo così famoso, allora bada,
quando cospicuo incedi per via col tuo corteggio:
se mai, di tra la massa, ti s’accosti
un qualche Artemidoro, con uno scritto in mano,
e dica in fretta: «Lèggi questo súbito,
è cosa d’importanza, e ti riguarda»,
allora non mancare di fermarti, non mancare
di differire colloqui e lavori,
di rimuovere i tanti che al saluto
si prostrano (più tardi li vedrai).
Anche il Senato aspetti. E lèggi súbito
il grave scritto che ti reca Artemidoro.
Ho avuto, ed ho ancora, molta simpatia per Matteo Renzi e spero che le attuali difficoltà vengano superate. Talvolta la cautela nella scelta dei collaboratori e la poesia potrebbero servire. Ancora auguri, Matteo.