Una pattuglia dei carabinieri
La Procura di Palermo, come riportano Il Giornale di Sicilia e Il Corriere della Sera, ha chiesto la condanna a 15 anni di carcere per Laura Bonafede, la maestra figlia di uno storico capomafia di Campobello di Mazara, accusata di associazione mafiosa e legata a Matteo Messina Denaro, si pensa a livello amoroso.
La Bonafede è accusata di associazione mafiosa. Secondo Ansa per la Procura di Palermo l’imputata sarebbe stata un pezzo fondamentale del meccanismo che per 30 anni ha protetto la latitanza di Messina Denaro. I due, insieme alla figlia della donna, ai domiciliari per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena, avrebbero vissuto insieme e si sarebbero comunque sempre frequentati.
“Eravamo una famiglia”, scriveva il capomafia in un pizzino. Lei si occupava del sostentamento e della sicurezza del boss, gli faceva la spesa durante la pandemia nel timore che si ammalasse e non potesse uscire di casa, condivideva con lui linguaggi cifrati, segretissimi pizzini, affari e informazioni sulla cosca.
Il 13 aprile 2023 la maestra elementare, 56 anni, è stata arrestata. Il pool coordinato dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido le ha contestato i reati di procurata inosservanza della pena e favoreggiamento, con l’aggravante di avere favorito l’organizzazione mafiosa.
Stessi reati che il sostituto procuratore Gianluca De Leo contesta alla figlia della donna, arrestata poi lo scorso dicembre. Secondo Ansa il boss, la ragazza e la madre avrebbero condiviso anche periodi di convivenza durante la latitanza.
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